Puntuale come un orologio svizzero, anzi a detta della presidente della commissione Antimafia Chiara Colosimo pure in anticipo rispetto al solito, è arrivata la lista degli “impresentabili” alle prossime Europee. Cioè quelle candidature che risultano violare il cosiddetto codice di autoregolamentazione. Ci sono Angelo Antonio D’Agostino, candidato Fi- Noi moderati- Ppe al Sud, Marco Falcone, anche lui forzista, nelle Isole, Alberico Gambino, candidato Fdi al Sud, Filomena Greco, che corre per Stati Uniti d’Europa anche lei al Sud, Luigi Grillo candidato di Fi- Noi moderati- Ppe al nord Ovest, Antonio Mazzeo del Pd al Centro e Giuseppe Milazzo, meloniano, nelle Isole.

«Sono particolarmente contenta perché in questo mio primo anno di presidenza siamo riusciti a invertire la tendenza: quella di non dare i nomi degli “impresentabili” il giorno prima o pochi giorni prima del voto - ha detto Colosimo - bisogna ritornare al controllo preventivo, cioè prima della presentazione delle liste ma ogni partito giustamente fa le sue valutazioni».

Valutazioni che, a sentire alcuni di coloro finiti nelle liste di proscrizione, sono state fatte eccome, proprio per evitare di finire nella gogna dell’impresentabilità. «Non ho nessun conto in sospeso con la giustizia e nessun processo in corso: non si comprende dunque perché dovrei essere accusato di aver violato il Codice di autoregolamentazione - è la difesa del senatore Luigi Grillo - Il Tribunale di Genova, con sentenza del gennaio 2015, ha sancito la mia piena riabilitazione. Peraltro la lista che rappresento ha deciso di proporre la mia candidatura solo dopo aver eseguito scrupolose verifiche, ispirate dallo spirito di legalità posto alla base dell’attività politica, e non mi avrebbe scelto se fossero saltati fuori dubbi o sospetti». Quanto comunicato da Colosimo è dunque, per Grillo, «inspiegabile».

Ancor più duro Antonio Mazzeo, che oltre a essere candidato del Pd per il Centro è anche presidente del Consiglio regionale della Toscana. «Per quanto mi sforzi non riesco a capire come si possa bollare come “impresentabile” a 10 giorni dal voto una persona che mai ha avuto una condanna, mai ha avuto a che fare con certi ambienti e che è sempre stato e sempre sarà dalla parte della legalità e della correttezza - ha commentato l’esponente dem Per uno come me, che ha iniziato a fare politica sulla scia dell'esempio di Falcone e Borsellino, vedere il proprio nome associato alla parola mafia fa semplicemente inorridire». Ma cosa viene contestato a Mazzeo? «Sono rinviato a giudizio

per una indagine sulla chiusura del quotidiano l’Unità di cui, nel 2012 e per spirito di servizio in un momento di grande difficoltà del quotidiano, sono stato per 6 mesi membro del CdA prima di dimettermi - spiega il diretto interessato - Ho presenziato a tutte le udienze del processo, ho ribadito la mia totale estraneità ai fatti e sono fiducioso che anche i giudici, seppure dopo anni che nessuno mi restituirà, faranno altrettanto: ma tra questo ed essere definito “impresentabile”, specie da un ente il cui nome fa riferimento alla parola “mafia”, c'è un baratro».

Dalla parte di Filomena Greco si schiera chi l’ha candidata, cioè Iv, che in una nota esprime «piena fiducia», spiegando che «risulta ancora coinvolta in un procedimento penale di primo grado solo perché ha rinunciato di propria iniziativa alla prescrizione essendo evidente la sua totale e completa innocenza». A Greco si contesta un processo per “turbata libertà di scelta del contraente», per fatti datati 2016, che per gli avvocati Enzo Belvedere e Pino Labonia, legali dell’ex sindaca di Castrovillari «non solo non ha commesso, quanto, appena insediata, ha doverosamente rescisso il contratto per la raccolta dei rifiuti con una Società che era stata attinta da interdittiva antimafia». Scelta, continua la nota, «pienamente condivisa dal Prefetto nominato per un periodo di tempo a regger lo stesso Comune».