Si tinge di giallo la possibile candidatura del generale Roberto Vannacci alle prossime Europee con la Lega. Le voci su questa possibilità si rincorrono fin dall’estate scorsa, ma non vengono né smentite, né confermate dai diretti protagonisti.

«Potrei farci un pensierino. Se dovessi fare una campagna elettorale userò il denaro che ho a disposizione, i finanziamenti di chi mi dovesse appoggiare e i proventi del libro», ha detto al Fatto quotidiano il diretto interessato. Il tema è stato ripreso anche da Report provocando l’unica reazione ufficiale del partito guidato da Matteo Salvini. «È totalmente falso, temiamo che la vostra fonte sia la stessa di tante altre inchieste fantasiose finite nel nulla come i presunti finanziamenti russi». Ma da via Bellerio non c’è molta voglia di commentare questa possibilità e i big del partito come Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo preferiscono non commentare. Anche dall’ufficio stampa del Carroccio si fa trapelare il messaggio che la questione non è di stringente attualità per il partito.

Nel frattempo Vannacci si gode la popolarità e sottolinea il successo e la notorietà che gli sono piovuti addosso con la pubblicazione del suo libro Il mondo al Contrario. Il generale ha parlato di una vendita di «circa 230 mila copie in formato cartaceo. Si stima che circa 800mila copie girino col Pdf crackato. Credo che una buona fetta della società si ritrovi in quello che esprimo. Quando vado in giro molte persone si vengono a complimentare, mi dicono di andare avanti, di non mollare, di non tornare indietro. Persone di tutti i tipi: umili, benestanti, ex militari, operai».

Sicuramente un bacino di voti interessante per un partito che vuole recuperare il terreno perduto, ma sul quale pende la spada di damocle dell’inchiesta avviata nei confronti di Vannacci che rischia di potere arrivare a conclusione dopo una decisione ufficiale sulla sua candidatura.

Non a caso proprio il ministro della Difesa Guido Crosetto, ospite del Forum Adnkronos, ha detto: «Le istituzioni non si muovono in relazione alle elezioni, e mai lo farebbe una Difesa guidata da me, mai detterò i tempi alla commissione. Ci sono tempi tecnici, c'è una inchiesta formale e non mi permetterei mai di sollecitare la cosa».