“Voteremo la sfiducia alla ministra Santanchè per ragioni di carattere politico e di etica pubblica, che nulla hanno a che vedere invece con l'anticipo di eventuali valutazioni di carattere giudiziarioW. Così la vicecapogruppo di Azione-Per-Renew alla Camera, Elena Bonetti, intervenendo a Start su Sky Tg24, conferma la posizione del partito già anticipata da Carlo Calenda

“Enrico Costa - aggiunge - ha fatto della battaglia sulla giustizia e sul garantismo la cifra del suo impegno politico ed è un valore straordinario e importante. In virtù di questo non vota nessuna mozione che in qualche modo intersechi vicende di carattere giudiziario ed è lecito che lo faccia”. “Oggi la valutazione con la quale faremo il voto non ha nulla a che vedere con le valutazioni che la magistratura deve fare. Si tratta di una valutazione di carattere politico sull'operato di una ministra del governo che riteniamo non all'altezza e non adeguato per i comportamenti che ha avuto”, conclude Bonetti. 

A smarcarsi dal partito è lo stesso Enrico Costa, che su X commenta sia la mozione di sfiducia nei confronti della ministra del Turismo che l'ammissione di quattro parlamentari del Pd come parte civile nel processo a carico del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro.  “Deputati del Pd parte civile nel processo contro l'avversario – dice - Mozione di sfiducia M5S contro una ministra tutta incentrata sull'inchiesta giudiziaria. Nonostante tanti argomenti di merito per attaccarli e chiedere le dimissioni, non resistono alla scorciatoia giudiziaria”. Diversa anche la posizione di Mariastella Gelmini, senatrice e portavoce di Azione. “Sono da sempre garantista e quindi contraria a mozioni di sfiducia individuali. Così come dichiarato anche dal collega Enrico Costa, questa non è una mozione politica sul lavoro della ministra, ma nasce da una vicenda giudiziaria e come tale credo che rappresenti un precedente pericoloso. Ad ogni modo, la posizione di Azione è stata espressa dal leader, non siamo una caserma e rispettiamo tutte le posizioni”. 

I voti sulle mozioni di sfiducia ai ministri Santanchè e Salvini sono attesi in questi giorni alla Camera. Il caso del vicepremier, cui le opposizioni chiedono da tempo di chiarire i rapporti della Lega con il partito Russia Unita, non sembra preoccupare il governo, mentre la vicenda della ministra del Turismo, finita al centro dell’indagine della procura di Milano sulla cassa integrazione Covid della società Visibilia, agita non poco la maggioranza. Il timore principale è che a una bocciatura della mozione di sfiducia della ministra, possano seguire sviluppi giudiziari capaci di creare più di un imbarazzo, nel bel mezzo di una primavera elettorale che, da qui a giugno, testerà su più livelli la tenuta della coalizione di governo.

I leader, dalla premier Giorgia Meloni ai due vice Matteo Salvini e Antonio Tajani, si dicono certi della coesione del centrodestra e le dichiarazioni mantengono una linea garantista, ma non è un mistero che il caso Santanchè qualche mal di pancia lo stia creando. La speranza non detta è che la ministra tragga da sé le conclusioni sull’opportunità o meno di rimanere in carica, soprattutto in caso di una richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura di Milano. Tutto considerato, se il voto slittasse alla settimana successiva o oltre, nessuno probabilmente nel centrodestra se ne dispiacerebbe.