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Si «inchina davanti al segreto istruttorio», il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ha risposto al question time in Senato sul caso Pozzolo, il deputato di Fratelli d’Italia indagato e sospeso dal gruppo dopo che uno sparo partito dalla sua pistola ha ferito il genero del caposcorta del sottosegetario Delmastro a un veglione di Capodanno a Rosazza.
«Da ministro mi inchino davanti al segreto istruttorio, sono in corso indagini e sarebbe improprio, se non delittuoso che io vi rivelassi delle cose, ammesso che le sapessi, ma non le so perché fortunatamente i segreto istruttorio è stato doverosamente tutelato - ha detto Nordio - Nel momento in cui dovessero emergere da parte della magistratura ricostruzioni adeguate e obiettive sarei il primo a riferirle davanti a questo onorevole consesso: noi ci inchiniamo davanti all'autonomia e alla tanto decantata indipendenza della magistratura».
A interrogare il ministro è stato il leader di Iv Matteo Renzi, secondo il quale occorre accertare la verità sullo sparo di Capodanno perché «la vicenda non sta in piedi». Renzi stesso poi ha parlato con i giornalisti fuori dall’Aula. «Come può essere credibile che lui (Delmastro, ndr) racconti, “dalla scorta mi hanno detto di allontanarmi dopo lo sparo, ma io ho scelto di tornare dentro...”. Peraltro in un comune di 75 abitanti, parcheggia a 400 metri di distanza...».
Ma Renzi ne ha anche per Meloni. «Dopodiché la presidente del Consiglio cosa dice? Pozzolo deve rispondere per omessa custodia non per lo sparo. E chi ha sparato se non ha sparato Pozzolo? Perché la vittima ci mette tre giorni a denunciare? Pozzolo in questi giorni parla con diversi esponenti di Fratelli Italia per restituire le deleghe. Ragazzi, su questa roba ci stanno coglionando - arriva a dire Renzi - Delmastro o chiarisce o si dimette e noi glielo diciamo oggi. Se poi si dimette lo stesso, può anche non chiarire».
Proprio sulla presenza della scorta di Delmastro si era soffermato poco prima lo stesso Nordio. «Esiste una forma di tutela esterna, che è quella che si occupa della garanzia del tutelato, per quanto riguarda gli ambienti circostanti - ha spiegato - una volta che questa è stata assicurata esiste una tutela interna, perché se il tutelato rimane in un ambiente chiuso deve essere accompagnato da chi deve assicurarne la tutela, e quindi non vi è nulla di scandaloso se a una manifestazione conviviale partecipano anche le persone che devono tutelare chi partecipa a quella situazione conviviale».