«Non erano carte segrete», così in una intervista a La Stampa il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro rinviato a giudizio nel procedimento per rivelazione di segreto d'ufficio in relazione al caso di Alfredo Cospito. «È un problema impegnarsi? Ho per quelle carte lo stesso interesse che ho per tutti gli altri dossier che chiedo quotidianamente. A differenza della sinistra, io quello che faccio lo rivendico sempre. Sono fiero di non andare in cella a trovare l'anarchico Cospito e i camorristi, sono convinto che debbano restare al carcere duro se non si ravvedono». Spiega di avvertire «un'ingiustizia nei miei confronti, evidentemente. Altrimenti non mi professerei innocente».