Una nuova trasmissione domenica 10 marzo di “non è l’Arena” sui vitalizi dei deputati che ha ulteriormente alimentato un dibattito non veritiero e fuorviante, mi induce a fare ulteriori precisazioni, dopo quelle fatte direttamente nella trasmissione e in altre lettere a Lei inviate. Il dibattito su un argomento pur sempre delicato dovrebbe tenere conto di quello che viene detto, delle precisazioni fatte e invece si ripetono stancamente le stesse cose senza chiarire alcunché.

Debbo confessare che non mi rassegno alla cattiva informazione soprattutto se viene coinvolto un presentatore di talento, e siccome fra qualche settimana certamente vi sarà un nuovo scontro su questo argomento La prego di esaminare i seguenti punti utili per evitare di delegittimare le istituzioni e le persone che hanno lavorato per rendere forte il Parlamento..

1) I parlamentari fino al 31.12.2011 hanno goduto di un vitalizio calcolato con metodo retributivo: questo viene considerato un “privilegio”, ma è comune a tutti i cittadini che sono andati in pensione per il passato e soprattutto a quelli che sono andati in pensione in anticipo ( baby pensioni). Le leggi lo consentivano e lo consentiva il regolamento del Parlamento. Il metodo contributivo è stato introdotto con una legge dal 1° gennaio 1996: alcune categorie come quella dei giornalisti l’hanno applicata solo dal 1- 012017. Se le pensioni “retributive” incidono sul bilancio dello Stato le baby pensioni incidono per svariati miliardi a differenza degli ex parlamentari per i quali si tratta di pochi milioni essendo il numero non superiore a duemila.

2) I deputati eletti per una sola legislatura o per parte di una legislatura ( perché subentrati ad altro deputato) hanno diritto ad un vitalizio all’età di 65 anni intorno a mille euro se hanno versato retroattivamente i contributi per i cinque anni dell’intera legislatura.

3) Il riferimento continuo che si fa per giustificare lo scandalo dei privilegi per i deputati che sono subentrati in corso di legislatura magari anche negli ultimi 100 giorni della stessa legislatura è vero per il passato e interessa cinque parlamentari, numero limitatissimo che non può essere generalizzato.

Purtroppo due di questi cinque non sono più in vita.

E se si ripete fino alla noia che chi è stato 7 giorni in Parlamento ha diritto al vitalizio, vuol dire che non vi sono argomenti per dimostrare i “privilegi”. Un aspetto del populismo è appunto dire cose approssimative e capziose come fa ossessivamente Mario Giordano e sollecitare l’emozione dell’opinione pubblica.

4) Questa normativa, noti bene, è ancora attuale ed è stata modificata prevedendo giustamente il diritto alla pensione ( non più vitalizio!) se si esercitano le funzioni per quattro anni 6 mesi e un giorno. Di conseguenza anche per il futuro con una sola legislatura si ha diritto e si avrà diritto alla pensione all’età di 65 anni. Dunque non è cambiato niente.

5) In tutti i paesi europei e anche extra europei è prevista questa norma.

6) Gli attuali parlamentari godono di una indennità di circa 14.000.00 euro che è a mio avviso perfettamente adeguata al ruolo che svolgono ed è perfettamente nella media europea e avranno diritto alla pensione con le stesse modalità a seconda del numero delle legislature. 7) Per ultimo una precisazione che è davvero fondamentale: l’ufficio di Presidenza della Camera e del Senato ha adottato nell’anno 2018 una delibera riducendo mediamente oltre il 50% i vitalizi dei parlamentari! Questa delibera, come lei sa, è illegittima, incostituzionale, irragionevole e illegale ed è lo stesso Parlamento ad ammetterlo. Il legislatore infatti nel dicembre 2018 con la manovra di bilancio ha approvato la “riduzione transitoria della misura dei trattamenti pensionistici di importo elevato”, e i commi da 261 a 268, introducono a decorre dal 1° gennaio 2019 e per la durata di 5 anni, una riduzione appunto dell’importo delle pensioni eccedenti la soglia di 100.000 euro lordi annui, cosiddette “pensioni d’oro”, mediante specifiche aliquote di riduzione, crescenti per specifiche fasce di importo. La riduzione è solo per 5 anni per la semplice ragione che la Corte Costituzionale ha ammesso la costituzionalità del contributo, come misura improntata effettivamente alla solidarietà previdenziale ( artt. 2 e 38 Cost.) a condizione che: si tratti di un contributo di solidarietà interno al sistema previdenziale, giustificato in via del tutto eccezionale dalla crisi contingente e grave del sistema stesso, incidente sulle pensioni più elevate; si presenti come prelievo sostenibile; rispetti il principio di proporzionalità; sia comunque utilizzato come misura una tantum cioè temporaneo; rispetti il principio di progressività e, pur comportando innegabilmente un sacrificio sui pensionati colpiti, sia comunque sostenibile in quanto applicato solo sulle pensioni più elevate ( da 14 a oltre 30 volte superiori alle pensioni minime). Lei dovrebbe sapere che la media dei vitalizi ( pensioni) per gli ex deputati è di € 2.500,00!!

La delibera dell’Ufficio di Presidenza non risponde a nessuno dei requisiti tenuti presenti giustamente dal legislatore per le pensioni ordinarie. Non è temporanea, cioè una tantum; non è ragionevole; non è generale ma per una sola categoria; non rispetta i principi di proporzionalità; per tanti non è sostenibile perché un taglio del 75% è contro la dignità delle persone. Una delibera dunque incostituzionale perché retroattiva che offende lo Stato di diritto. È ovvia la conseguenza che gli ex deputati non sono stati trattati come comuni cittadini, cosa che si ripete fino alla noia nella trasmissione, ma sono puniti e delegittimati senza una spiegazione.

* * * Lei sa bene, e lo ha riconosciuto, che un giudice terzo non politico non potrà non accogliere i nostri ricorsi per ristabilire la legalità e lo Stato di diritto e quindi la mia domanda è perché aspettare il verdetto della magistratura e non spiegare adeguatamente all’opinione pubblica come stanno le cose. Una informazione trasparente dovrebbe far questo e rispondere a questa sete di legalità che hanno tutti i cittadini onesti. Questa è la questione morale che c’è nel nostro paese: informare dicendo le cose vere senza demagogia e senza alimentare il rancore nell’opinione pubblica. Son certo che terrà conto di queste precisazioni e Le invio molti saluti.