«Chiedo alla presidente del Consiglio di fermarsi e di discutere tutti insieme delle riforme di cui ha bisogno il Paese. Esaminiamo il modello tedesco, rivediamo l'autonomia differenziata. Facciamo una riforma che abbia un senso e non un patchwork di riforme che rischiano di rendere l'Italia ancora più ingovernabile»: Lo dice Carlo Calenda, in un'intervista al Corriere della Sera. Secondo il leader di Azione, la riforma Casellati «non riguarda il buon funzionamento dello Stato. E' una legge che riscrive le regole di un gioco di società tutto interno alla politica. Ciò premesso, mi sento di dire a Giorgia Meloni: perché non lavoriamo piuttosto sul modello tedesco?».

Si tratta di un modello «molto consolidato - sostiene Calenda - e che, dal '90, ha prodotto quattro cancellieri invece dei nostri quattordici presidenti del Consiglio, e dieci governi invece dei nostri ventidue esecutivi. Invece di andarci a inventare dei modelli mai visti e mai sperimentati nel mondo, perche' non possiamo optare per quello che, peraltro, da' anche il potere al cancelliere di scegliersi i ministri?».

Secondo Calenda, la riforma varata dal Cdm è «una grande arma di distrazione di massa. Il governo non riesce a occuparsi dei problemi veri del nostro Paese, la politica industriale, il Pnrr e quindi la butta, per così dire, in caciara». «Io sono preoccupato perché abbiamo diverse crisi internazionali in corso e Meloni invece di cercare di tenere unito il Paese e di rappresentarlo tutto ci sta facendo tornare ai guelfi e ai ghibellini. Questa riforma - conclude il leader di Azione - è un pezzo della strategia che mira a dividere gli italiani. Questo sì che mi fa paura perché il bipolarismo all'italiana non ha funzionato, anzi ha danneggiato il Paese che ha perso posizioni in tutti gli indicatori economici, sociali e culturali. Andando avanti di questo passo non si arriva da nessuna parte e alla fine la stessa Meloni verrà travolta come è successo a Salvini o al Movimento 5 Stelle».