Come prevedibile, il cammino del disegno di legge dell'intergruppo parlamentare Cannabis Legale si annuncia tutto in salita. Oggi la proposta che disciplinerebbe la legalizzazione della produzione, della vendita e del consumo di cannabis approda, finalmente, per la prima volta in Aula alla Camera, e si trova subito davanti un muro di quasi 2 mila emendamenti e alcune pregiudiziali di costituzionalità. E' solo la prima mossa della controffensiva proibizionista scattata, puntualmente, a pochi metri da un traguardo significativo, per quanto simbolico, della quarantennale battaglia per la legalizzazione. Sappiamo infatti che proprio quando obiettivi una volta ritenuti irraggiungibili iniziano a prendere forma, l'ostilità e le resistenze nei loro confronti si fanno più forti e meglio organizzate. Basta ricordare quanto accaduto su quello straccio di legge sul fine vita - il cosiddetto "decreto salva Eluana Englaro" poi diventato ddl Calabrò - e ricordare uno dei dibattiti parlamentari più bassi della storia repubblicana e il suo epilogo in un nulla di fatto (la calendarizzazione a ridosso della pausa estiva costituisce in questo un'insidia).Le forze politiche che hanno messo in moto la macchina dell'ostruzionismo puntano a impedire che il Parlamento affronti una delle più gravi questioni sociali aperte nel nostro paese con un dibattito serio, con argomenti fondati su base scientifica, e non con pretesti ideologici smentiti prima ancora dell'avvio della discussione. In queste ore, infatti, abbiamo sentito enunciare, tra i "principi cardine" che "non esistono droghe leggere", eppure nel febbraio del 2014 la Corte costituzionale, dichiarando l'incostituzionalità della legge Fini-Giovanardi, ha abrogato anche l'equiparazione tra droghe leggere e pesanti che quella legge aveva stabilito. Abbiamo perfino sentito parlamentari di lungo corso negare l'evidenza, e cioè che legalizzare la cannabis aiuterebbe a contrastare la criminalità organizzata. Eppure la più autorevole istituzione in quest'ambito, la Direzione nazionale antimafia, ha comunicato ufficialmente alla Camera il proprio parere favorevole al provvedimento, parlando per la prima volta esplicitamente di "legalizzazione". Il mercato delle droghe è il terzo al mondo per fatturato, dopo quello alimentare e dell'energia. Solo in Europa vale 24 miliardi l’anno, di cui la parte più consistente è rappresentata proprio dalla cannabis. Se nell’Unione europea venisse legalizzata si sottrarrebbero alla criminalità organizzata quasi 13 miliardi l’anno. E' un fatto, quindi, che intralciare l'iter parlamentare con un ingorgo di emendamenti significa fare il gioco delle narcomafie, che devono la propria fortuna e prosperità proprio alle politiche proibizioniste. Ma a incarnare il fallimento del proibizionismo sono anche e soprattutto i costi sul piano della giustizia. E non parliamo soltanto dei 2 miliardi annui per le spese di tribunali e operazioni di polizia. Ci sono altri costi, altissimi, che riguardano la salute dei cittadini e la loro libertà di scegliere senza finire negli ingranaggi della macchina della punizione. Sono quasi 17mila i detenuti reclusi a causa dell'articolo 73 del Testo unico sulle droghe, che punisce la produzione il traffico e la detenzione di sostanze stupefacenti. Si tratta del 32% della popolazione penitenziaria: uno su tre. La stessa percentuale dei detenuti con problemi di dipendenza. Di questi la maggior parte sono giovani, giovanissimi. Dietro numeri così imponenti ci sono le storie e i corpi di queste persone. I processi interminabili, gli anni dietro le sbarre, la vita che, anche una volta fuori, non riparte. Ecco perché non bisogna abbassare la guardia e, al contrario, rilanciare con ancora più forza la battaglia antiproibizionista, in occasione dell'avvio della discussione parlamentare. Come Radicali Italiani, insieme all'Associazione Luca Coscioni, abbiamo deciso di farlo con la nostra proposta di legge popolare Legalizziamo! (legalizziamo.it) promossa in collaborazione con tutte le più grandi associazioni antiproibizioniste italiane, e che prevede la regolamentazione legale della cannabis e la decriminalizzazione del consumo di tutte le droghe. Soluzioni ancora più radicali di quelle all'attenzione del parlamento, con le quali vogliamo far arrivare al legislatore la voce di un Paese ormai pronto per un cambio di rotta verso politiche antiproibizioniste. Per questo oggi saremo davanti alla Camera, insieme ai cittadini e alle loro firme, per chiedere al Parlamento di assumersi le proprie responsabilità, senza piegarsi alle resistenze proibizioniste che tanto male hanno fatto sul piano sociale, economico e sanitario. (Segretario di Radicali Italiani)