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«Non ho mai voluto distruggere il Pd. Però il Pd di Schlein si è spostato molto verso la sinistra radicale. Mentre noi siamo interessati a costruire un’area repubblicana composta da liberal democratici, popolari e riformisti che abbia come bussola la cultura di governo. Vedo invece difficile una convivenza nel Pd di anime così diverse». Lo ha detto in una intervista a “Repubblica” il leader di Azione Carlo Calenda.
«Da quando i Dem, insieme a Renzi, hanno scelto di salvare i 5S con il Conte 2 hanno costruito un nemico a sinistra. E, come diceva l’antico detto radicale francese 'pas d’ennemi à gauche': il Pd ha oggi il suo principale competitor nei 5S. Basti vedere gli applausi alla Festa dell’Unità di Ravenna a Giuseppe Conte. Inevitabilmente le proposte della segretaria dem sono rivolte a quell’elettorato» aggiunge Calenda.
«Il Pd è diviso in un pezzo più vicino a Conte che a Draghi e in un altro pezzo più affine a Draghi che a Conte. Noi puntiamo a rappresentare chi si ispira all’esperienza Draghi nel Pd, come del resto nel centrodestra - ha aggiunto - Prendo solo atto che la vocazione maggioritaria del Pd è finita, perché è finita la capacità di fare una sintesi tra social democratici, liberal democratici e popolari. Il Pd non è più quello di Romano Prodi e Walter Veltroni. È inevitabile che il Pd si 'specializzi' per fronteggiare il competitor 5Stelle. Non è una critica nei confronti di Schlein che ha portato il Pd sulla linea per cui è stata votata. Con lei lavoreremo in vista della Finanziaria a una proposta sulla sanità, così come abbiamo fatto sul salario minimo. Ma è chiaro che la sua idea di ambiente, diritti e economia è molto radicale per una parte degli elettori e della classe dirigente del Pd».