Dovevano salire per la prima volta sullo stesso palco dalla chiusura della campagna elettorale delle Politiche al Gianicolo, almeno per la foto. E invece niente. La stretta di mano tra Renzi e Calenda che doveva concretizzarsi al teatro Eliseo di Roma all’evento di Renew Europe non solo non c’è stata, ma i due leader non si sono nemmeno sfiorati. Almeno non in pubblico, anche se poco prima dell’evento si sono confrontati in una riunione che per il leader di Azione è andata «molto bene». Ma dal palco le frecciatine non sono mancate, e pure un battibecco tra Calenda e i sostenitori di Iv.

Renzi infatti ha sfruttato la scusa della finale di Coppa Italia tra Inter e Fiorentina (si è presentato in cravatta viola) per andarsene prima della fine, lasciando il teatro quando mancavano ancora gli interventi di Calenda, del segretario di +Europa, Riccardo Magi e del presidente della fondazione Einaudi, Giuseppe Benedetto.

«Speriamo che le prospettive siano positive - ha detto Sandro Gozi eurodeputato di Renew Europe vicino a Renzi - Abbiamo parlato con Matteo e Carlo e il dialogo è stato positivo: la volontà di lavorare per vedere se ci sono le condizioni per una lista comune alle Europee c’è». Lo stesso Gozi ha poi detto che è necessario costruire un’alternativa «al nulla cromatico di Elly Schlein e all’oscurantismo di Giorgia Meloni». Per richiamare infine ai valori comuni tra le varie forze riformiste presenti in Italia e sottolineando che tutti hanno già dato il proprio assenso per una lista comune alle Europee, «in attesa di Calenda». I nodi da sciogliere, insomma, sono ancora molti.

L’obiettivo è contrastare l’eventualità di una maggioranza Giorgia nel prossimo Parlamento europeo e per farlo Renew Europe auspica che tutte le forze riformiste in Italia partecipino assieme alle Europee del 9 giugno 2024. L’accordo tra Renzi e Calenda per far sì che l’auspicio diventi realtà tuttavia è ancora di là da venire. «Alle prossime elezioni o vince Renew o perde l’Europa», ha detto Renzi, che poi, senza citarlo, si è riferito a Calenda dicendo «non ha senso che qualcuno vada da solo perché il vicino gli sta antipatico» . Della necessità di «una forza liberale all’altezza dei grandi partiti europei» ha parlato anche Benedetto secondo cui all’Europa occorre «una politica che veda sempre più al centro il cittadino piuttosto che gli Stati».

Una linea simile è quella di Riccardo Magi, che ironicamente ha sottolineato che «stare tra Renzi e Calenda in questo periodo ha qualcosa di eroico», mentre Calenda è stato netto. «Spero che si chiuda definitivamente un periodo molto travagliato e faticoso per tutti - ha spiegato l’ex ministro ricordando il fallimento del partito unico - Adesso voltiamo pagina e pensiamo ad Azione».