IL NIET DEL LEADER DI AZIONE

Niente campo largo e niente beneficio del dubbio a Luigi Di Maio. Il leader di Azione Carlo Calenda spazza via ogni dubbio sull’ipotesi di una coalizione allargata e di una possibile alleanza con il ministro degli Esteri, che, al netto della sua «conversione», secondo l’ex ministro dello Sviluppo economico non sarebbe «capace». Sull’ipotesi di campo largo, spiega a Metropolis, su Repubblica. it, «io l’ho detto dal primo giorno. Qua c’è una situazione kafkiana: mi viene chiesto ogni giorno ma io da subito ho detto che non ne avrei fatto parte. E lo dico perchè se anche dovesse vincere quel campo largo governerebbe un mese e mezzo... Metto dentro tutti e faccio l’Unione di Prodi». E poi chiude ogni possibilità di dialogo con l’ex capo politico del Movimento, oggi fondatore di Insieme per il Futuro. Togliendosi qualche sassolino dalla scarpa. «Io non parlo con Di Maio. Ha disintegrato tutto quello che avevo fatto al Mise. Si è convertito? A me non interessa. Interessa al Pd».

Un concetto ribadito su Twitter, dove sposta la questione sulle competenze dell’ex grillino: «La domanda da porsi è: anche se Di Maio si è davvero ” convertito”, perchè dovremmo avere bisogno di Di Maio convertito nella politica italiana? A meno che non lo si ritenga una persona capace, esperta e competente. Ma su questo purtroppo la conversione non incide».