La violenza tra pari, come quella terribile avvenuta a Caivano, è una terribile vicenda complessa che si annida in molteplici contesti sociali ed economici. Tuttavia, è incontestabile che nelle aree svantaggiate sia ancora più difficile avere accesso ai mezzi e agli strumenti necessari per prevenirla e per sganciarsi dalla spirale di coercizione e soprusi in cui chi la perpetra tiene le sue vittime intrappolate. Questo è quanto evidenzia Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children, sottolineando l'urgenza di intervenire e porre rimedio a questa situazione.

In un territorio come Caivano, dove il 20,7% della popolazione è rappresentato da bambine, bambini e adolescenti - pari a 7.474 persone - emergono delle sfide significative. Solo il 17% degli studenti delle scuole primarie ha accesso alla mensa scolastica e solo il 30% può frequentare il tempo pieno. Questa carenza o mancanza di servizi contribuisce all'insuccesso scolastico nel corso degli anni. Nel gruppo di età tra i 25 e i 49 anni, appena il 38,4% ha conseguito il diploma di scuola superiore, contro la media nazionale del 46,6%. Coloro che proseguono gli studi universitari sono solo il 9,3%, la metà rispetto alla media nazionale (18,6%) e notevolmente inferiore alla media provinciale (15,6%). Nella fascia d'età tra i 15 e i 24 anni, solo il 54,8% sta studiando, in confronto alla media nazionale del 62,3%, mentre solo il 14,5% è occupato, rispetto alla media nazionale del 20%. Poco meno di un terzo è parte dei NEET (Not in Education, Employment, or Training), con una percentuale del 30,7%.

Solo pensando al Parco Verde di Caivano bisogna immaginarlo come un ghetto, dove i servizi pubblici per i 6mila residenti circa sono ancora centellinati, la rete fognaria pessima, la raccolta rifiuti sporadica e la manutenzione degli alloggi assente. Il Parco Verde, inoltre, è diventato la succursale diretta delle piazze di spaccio nei quartieri di Napoli di Scampia e Secondigliano. Dopo la prima faida di Scampia, nel 2002, i gruppi del narcotraffico hanno deciso di abbandonare le zone troppo sorvegliate e al centro anche dell'attenzione dei mass media per collocarsi in questa parte della provincia.

Save the Children rileva che ci sono numerose "periferie dei bambini" in Italia, aree in cui si concentrano fattori di svantaggio. È da queste realtà che occorre partire per costruire una rete di protezione educativa adeguata alle necessità. In questa direzione, l'organizzazione chiede l'implementazione di "aree ad alta densità educativa", con un investimento straordinario previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Questi fondi mirano a fornire quartieri come Caivano di asili nido, scuole a tempo pieno, mense gratuite, spazi per attività sportive e ludiche. Questo costituirebbe un primo passo concreto per trasformare il volto delle zone a maggior rischio e per fornire supporto tangibile a coloro che, in queste comunità, si impegnano a favore dei minori. L'analisi di Save the Children su Caivano dimostra chiaramente come l'accesso limitato a servizi educativi e il contesto di svantaggio possano contribuire alla diffusione della violenza tra pari. Investire in educazione, servizi e infrastrutture nelle comunità svantaggiate rappresenta un impegno verso un futuro migliore, in cui i giovani possano crescere in ambienti sani e costruttivi.