«Se non vi fidate di Matteo Salvini, andate a parlare con i medici ospedalieri, parlate con i medici-donna e fatevi raccontare degli abusi che ci sono e che fanno male alla salute». Dopo le polemiche, il leader della Lega Matteo Salvini torna sulla questione aborto, ribadendo la propria posizione: va bene il diritto a ricorrere alla legge 194, ma farlo eccessivamente è indice di una vita dissennata. E il riferimento costante all’immigrazione è chiaro: dal palco dell’incontro su Roma Capitale, l’ex ministro parla di «donne né di Roma né di Milano», colpevoli di aver preso il pronto soccorso «come la soluzione a uno stile di vita incivile. Qualcuno ha preso il pronto soccorso come il bancomat sanitario per farsi gli affari suoi senza pagare una lira», aggiunge, concludendo: «La terza volta che ti presenti, paghi», la ricetta. Parole che, 24 ore dopo, fanno ancora discutere. «Nessuno mette in discussione il diritto alla libera scelta delle donne - sottolinea Salvini a margine dell’incontro con i presidenti, gli assessori e i consiglieri regionali della Lega -. Quando arrivi alla settima interruzione di gravidanza in poco tempo, vuol dire che c’è qualcosa da ripensare e da rivedere». Per il segretario del Carroccio si tratta di veri e propri abusi, ma «Nessuno sta ridiscutendo il principio: ogni donna è libera di scegliere per sé per la propria salute ma se ci sono degli abusi che mettono a rischio la salute, allora è giusto che la politica se ne occupi». Per Salvini si tratta di un «tema culturale», di un «grido d’allarme di tanti pronto soccorso, consultori, centri per la vita, di fare il possibile per aiutare la vita», dice, ribadendo che la Lega non è contro l’aborto. «Non è un diritto ma è un dovere di una società porsi la domanda se è normale. È una questione di divulgazione e informazione. A fronte di certi eccessi, abusi ritengo che una comunità non possa fare finta di niente. Ci sono metodi per evitare di fare del male a se stessi e a chi ci è vicino. L’interruzione di gravidanza non è un passeggiata e non può essere ripetuta più e più volte nell’arco di poco tempo. Se si riesce ad evitare una interruzione di gravidanza», conclude, «vorrei aiutare queste ragazze a fare scelte diverse» ma «nessuno mette in discussione la legge 194». Sull’ex ministro, in poche ore, si è abbattuta una pioggia di polemiche: «Matteo Salvini, come al solito, fa confusione. Dice bugie e in questo caso aggredisce la donne italiane», ha dichiarato il segretario del Pd Nicola Zingaretti. Mentre evita di alimentare l’ennesima discussione Emma Bonino: «Basta. Non voglio correre dietro a Salvini, non voglio fare il suo gioco, non voglio fargli pubblicità. Basta. Oggi poi abbiamo cose ben più interessanti di cui parlare con la ministra Lamorgese e i decreti sicurezza». Per la capogruppo M5s in Consiglio regionale del Lazio, Roberta Lombardi, si tratta di «Una strumentalizzazione violenta contro donne e tema nascita», una semplificazione di una «tematica complessa che va affrontata come tale: con più rispetto, educazione al rispetto e senza attacchi alla libertà di scelta, come in alcuni casi». Si dice sconcertato Nicola Fratoianni, di Sinistra Italiana-LeU. «L’idea che il servizio sanitario nazionale nel nostro Paese sia universale e garantito sempre a tutti, a certa destra non è mai andata giù. E poi provo vergogna per quest’uomo - ha sottolineato - che si sta spingendo davvero oltre il senso del ridicolo, raccontando fandonie. Ma secondo voi gli aborti si fanno nei pronto soccorso?».