RENATO BRUNETTA

«Forza Italia è il primo partito del centrodestra, lo dicono i numeri». Il capogruppo alla Camera di Forza Italia, Renato Brunetta, analizza l’esito del voto amministrativo che ha premiato il centrodestra e ribadisce: «Uniti vinciamo, anche nel 2018».

Il voto amministrativo ha acceso i motori del centrodestra. Quanto vale questo voto in vista delle elezioni politiche?

Il motore del centrodestra ruggisce da tempo. Negli ultimi due anni abbiamo regolarmente vinto le tornate amministrative e abbiamo sempre aumentato il nostro consenso a scapito del Pd di Renzi e del Movimento 5 stelle di Grillo. Poi, lo scorso 4 dicembre, abbiamo guidato lo schieramento del No alla riforma Boschi della Costituzione ad un successo clamoroso e inaspettato - non dal sottoscritto - nelle proporzioni che si sono poi palesate. La vittoria a queste ultime amministrative è solo la punta di un iceberg cresciuto esponenzialmente e che domenica scorsa ha completato la prima parte della sua mission: abbiamo conquistato roccaforti della sinistra come Genova, La Spezia, Piacenza, L’Aquila, Pistoia e confermato il nostro buon governo in tante altre realtà. Adesso, il prossimo step sono le elezioni politiche del 2018.

Il risultato positivo rilancia la coalizione, che funziona a livello locale ma fatica a costituirsi a livello nazionale. Colpa delle fughe in avanti di Salvini?

Il centrodestra unito è in grande salute, forte, determinato e pronto a tornare al governo del Paese. A livello locale sono state premiate le nostre scelte e la nostra chiarezza, adesso tocca lavorare per trasporre tutto questo anche a livello nazionale. Sediamoci subito intorno a un tavolo per scrivere i programmi unitari della nostra area politica, le proposte che vogliamo fare al Paese e agli italiani. Vedo che finalmente anche Salvini concorda con questa impostazione, io chiedo questo luogo di confronto da mesi e mesi, così come da mesi chiedo un coordinamento parlamentare tra i gruppi di centrodestra che sarebbe importantissimo per gettare le basi della futura maggioranza. Leadership? Il segretario del Carroccio ama le fughe in avanti, io sono un uomo concreto, un economista, agli slogan preferisco la fredda oggettività dei numeri e dei fatti.

La Lega ha rivendicato l’egemonia al Nord, Forza Italia gli oppone invece il ' modello Toti'. È al Nord che si gioca la leadership del centrodestra?

Dicevo della oggettività dei numeri. Bene, Forza Italia è il primo partito del centrodestra, e lo ha confermato anche in questa tornata amministrativa. La Lega è un partito territoriale, la nostra onda azzurra, invece, ha coinvolto tutto lo stivale, da Nord a Sud, passando per il Centro. Forza Italia ha ottenuto 124 consiglieri comunali in tutta Italia, la Lega ne ha ottenuti 80, Fratelli d’Italia 50, poi ci sono 337 consiglieri comunali eletti nelle liste civiche, in gran parte riferibili a Forza Italia, soprattutto nel Centro- Sud. Quindi, tranquillamente, possiamo dire che Forza Italia è il partito traente all’interno del centrodestra, e che questo è confermato da tutti i sondaggi che ci vedono stabilmente sopra la Lega: è semplicemente la verità dei fatti. Ma non vogliamo fare alcuna polemica con i nostri alleati: noi diciamo che una forte Forza Italia, una forte Lega, una forte Fratelli d’Italia, più la forza del territorio attraverso le liste civiche, ci hanno portato alla vittoria e ci faranno vincere anche nel 2018.

Berlusconi oggi ha detto che guarda il futuro con fiducia. E’ tornato definitivamente in campo, nonostante la sentenza di Strasburgo sia ancora pendente?

Il presidente Berlusconi non ha mai abbandonato il campo, è sempre stato in prima linea in tutti questi mesi a lavorare per Forza Italia, per il centrodestra e per il Paese. Sia durante la campagna referendaria che nelle settimane precedenti queste elezioni amministrative ha condotto, con una vitalità e una determinazione da far invidia, il nostro schieramento alla vittoria. Strasburgo? Non mi appassiona questo dibattito. Berlusconi è amato, è adorato dai suoi sostenitori, riscuote un successo incredibile tra la gente, e, soprattutto, ha i voti. È e resta il leader di Forza Italia, il leader del centrodestra, l’unico in grado di federare e portare alla vittoria la nostra area politica.

La legge elettorale influirà sulle dinamiche di coalizione. Il ' modello tedesco' è definitivamente tramontato?

Il modello tedesco è il punto di partenza dal quale ricominciare il dialogo ormai, purtroppo, a settembre. Avevamo chiesto durante la capigruppo la calendarizzazione della legge elettorale per il mese di luglio, la maggioranza si è opposta e stranamente anche la Lega dello sbraitante Salvini non ha proferito verbo a favore della nostra proposta. Tornando al merito, io credo che un modello a forte base proporzionale sia la migliore delle soluzioni per garantire rappresentanza e governabilità, anche in relazione allo scenario ormai tripolare del nostro Paese. Noi vogliamo il centrodestra unito di governo e un programma comune. La nostra area politica è una realtà da 23 anni in Italia: Veneto, Lombardia, Liguria, centinaia di amministrazioni comunali, dieci anni di governo degli ultimi venti della seconda Repubblica.

Per un centrodestra che cresce, Renzi e il Pd sono in affanno. E’ ancora un interlocutore con cui provare a cercare la sponda, almeno in tema di legge elettorale?

Nel Partito democratico ormai è un tutti contro Renzi. Il segretario dem ha voluto un congresso lampo per non arrivare a ridosso delle amministrative e poi non si è fatto vedere da nessuna parte per sostenere i suoi candidati, preferendo tweet domenicali su Valentino Rossi e sulla Ferrari. Adesso hanno il problema di dove mettere la tenda di Prodi. Renzi non ha ammesso la sconfitta e Franceschini gli ha rinfrescato le idee. Orlando è ormai il capo legittimo della minoranza e non lesina stoccate quotidiane. Di tutto e di più. Se non ci fosse il Pd bisognerebbe inventarlo, meglio di un film dei Vanzina. Battute a parte, per rispondere alla parte finale della sua domanda, sulla legge elettorale bisogna dialogare con tutti: con il Pd, con il M5s, con i nostri alleati del centrodestra, ma anche con Mdp e Ap. Serve una grande condivisione, così come ci ha ripetutamente chiesto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Forza Italia e Berlusconi, con grande senso di responsabilità, sono pronti a fare la loro parte.