«Alla presidenza della Repubblica non ci si candida. Tocca ai partiti confermare la loro responsabilità, anche sul Quirinale. Ciò di cui l'Italia ha bisogno è non avere elezioni anticipate. E su questo non ho dubbi». Il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, risponde così alla domanda se Draghi si candiderà al Colle, in un'intervista al "Corriere della Sera". A suo avviso, «la decisione sul Capo dello Stato, invece, non può essere di parte». «Le posizioni cambiano tutti i giorni, ma io sono ottimista. Gli stessi, tanto criticati, partiti che hanno scelto Draghi a febbraio, hanno portato l'Italia alla crescita del 6,3%, al più alto tasso di vaccinazione e a centrare i 51 obiettivi del Pnrr - spiega - sono certo che sapranno riprodurre il metodo dell'unità nazionale per il Quirinale, al di là delle loro dichiarazioni di giornata». E alla domanda se il governo ridurrà ancora la durata del green pass, risponde: «Riterrei opportuno far bene i conti e valutare una riduzione di validità, magari a 5-6 mesi». Sui tamponi, invece, ribatte: «Siccome il rischio di falso negativo per i tamponi rapidi è alto, non cambierei nulla e rafforzerei invece i controlli del Super Green Pass per entrare nei luoghi al chiuso come ristoranti, stadi, cinema, teatri». Quindi, si dice favorevole ad estendere il Green Pass rafforzato «ai trasporti e ad altre categorie. Io lo applicherei a tutto il mondo del lavoro, pubblico e privato. Vorrebbe dire l'obbligo vaccinale per 23 milioni di lavoratori pubblici, privati e autonomi, obbligo per il quale il sindacato si era detto favorevole». Quanto all'obbligo per tutti, «è l'arma finale, da lasciare sempre come ultima ratio», replica Brunetta.