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Was tun wir jetzt?, si chiedono in queste ore i dirigenti della Svp. Cioè “cosa facciamo adesso?”. Sì perché come è vero che il partito autonomista ha vinto le elezioni provinciali in Alto Adige, è altrettanto vero che per la prima volta dal dopoguerra lo ha fatto restando sotto il 40 per cento, il che significa che non ha abbastanza seggi per governare da solo e dovrà cercare delle alleanze.
Già, ma dove? E soprattutto, con chi? Il 34,5 per cento ottenuto dall’Svp, guidata dal governatore uscente Arno Kompatscher, si traduce infatti in 13 seggi su 35, insufficienti ad avere la maggioranza assoluta in consiglio provinciale.
Ciò implica che, come spiega Andrea Di Michele, docente di Storia contemporanea all’Università di Bolzano, la Svp «ha bisogno di un partner italiano, come previsto dallo Statuto d’Autonomia». Uno spazio possibile è a destra, dove Fratelli d’Italia ha ottenuto un risultato mai raggiunto prima, con 4 seggi in Consiglio provinciale e quasi il 20 per cento di voti a Bolzano città. A ciò potrebbe aggiungersi il seggio della Lega che, ricorda Maurizio Bosatra, uomo di Salvini in zona, «ha già governato con l’Svp» e quindi «non sarebbe una novità». Ma in questo caso ci sono due problemi: il primo è che per compensare l’alleanza con partiti di lingua italiana l’Svp dovrebbe trovare un altro alleato, stavolta di lingua tedesca, «per bilanciare», come spiega Di Michele; il secondo è che un’alleanza tra un partito autonomista come è l’Svp e un partito che si chiama Fratelli d’Italia suona male già in partenza. «Fdi è il partito successore del vecchio Movimento Sociale Italiano, visto da sempre come un interlocutore difficile continua Di Michele - ma ciò che fino a qualche anno fa sembrava impossibile, ovvero immaginare di governare con Fratelli d’Italia, sembra ora effettivamente possibile».
Un’altra ipotesi per l’Svp è spostarsi invece a sinistra, e cercare un’alleanza con i Verdi, che hanno ottenuto 3 seggi, e con il partito interetnico Team K, che ne ha 4. Per poi aggiungere a essa il seggio del Pd, che ha confermato il risultato di cinque anni fa. Ma, conclude Di Michele, «questo sembra uno scenario meno probabile in quanto l’Svp è tendenzialmente un partito filo governativo che cerca di avere qui a Bolzano degli alleati che sono al governo anche a Roma, perché questo consente di ottenere determinate cose che altrimenti si otterrebbero con fatica».
Da parte loro, sia Fdi che Lega stanno cercando di tirare per la giacchetta Kompatscher. «C’è stata una competizione, in virtù del sistema proporzionale puro, che ci vedeva tutti alternativi e l’aver doppiato in questo quadro la Lega, anche all’interno della coalizione nazionale, conferma la responsabilità affidata dalla rappresentanza della comunità italiana a Fdi», spiega il deputato meloniano Alessandro Urzì, per oltre 20 anni in Consiglio provinciale di Bolzano e regionale del Trentino Alto Adige. Per Urzì un governo provinciale con Svp è possibile attraverso un «accordo di programma», anche perché le alternative sono quelle di cui sopra. «O una coalizione che abbia come componente italiana le forze di governo nazionale ( FdI e Lega), aperta ad altre componenti del gruppo linguistico tedesco ma riconoscendo il maggiore consenso riconosciuto proprio ai partiti di centrodestra in Alto Adige dall'elettorato italiano - ragiona - o un passo indietro nella storia, che va nella direzione di una coalizione con le forze della sinistra che però contano solo su un consigliere del gruppo linguistico italiano quindi vorrebbe dire non riconoscere la rappresentatività decisa dagli elettori».
Fdi, che ha triplicato i propri voti si trova quindi in una posizione di forza e spinge per «un accordo di programma in cui venga posta una moratoria sui temi di inutile contrapposizione etnica». Per la Lega invece «gli scenari possibili sono più di uno» e per questo Bosastra esorta Svp e Fdi a «sedersi a un tavolo» e vedere quel che succede. Da registrare il buon risultato delle liste secessioniste e no vax, tra cui quella dell’ex parlamentare Sara Cunial che ottiene il 2,6 per cento ed elegge una consigliera, Renate Holzesein.