Il nuovo Palagiustizia di Bari si farà, il Ministero ha messo a disposizione 94 milioni di euro per la costruzione nella zona “ex casermette” e manca solo la firma del protocollo per dare avvio alla progettazione. La notizia è stata data ieri dal Guardasigilli, Alfonso Bonafese, in visita agli uffici giudiziari del capoluogo pugliese attualmente disseminati in vari luoghi della città.

La vicenda - che dura ormai da un anno - è iniziata dopo la dichiarazione di inagibilità del palazzo di giustizia per ragioni di staticità, che aveva costretto per un periodo magistrati e avvocati a lavorare dentro una tenda della protezione civile. «Sono orgoglioso di averci messo la faccia», ha detto Bonafede, il quale ha ricordato come la sua prima uscita da ministro sia stata proprio a Bari e ha ribadito che «i soldi ci sono e ho già convocato gli uffici per la firma del protocollo per cominciare la progettazione».

Bonafede ha anche ricordato come il ministero abbia mandato a Bari una task force per evadere le notifiche e «nel giro di sei mesi sono state smaltite 53.000 notifiche».

Quanto ai tempi di realizzazione, il protocollo che li fissa sarà firmato a metà giugno: «Era previsto il 28 maggio ma abbiamo preferito posticipare perché qui ci sono le elezioni e non volevo che la giustizia entrasse nelle dinamiche elettorali». Proprio i tempi certi sono quelli che più preoccupano la classe forense barese: «Il ministro ci ha assicurato che ci sono uno studio di fattibilità e i finanziamenti e che quindi si darà a corso alla firma del protocollo», ha commentato il presidente dell’Ordine degli avvocati di Bari, Giovanni Stefanì, che però ha sottolineato come «ci sarà un tempo per la gara della progettazione e un tempo per la gara della realizzazione dell'opera. Ci auguriamo che questa volontà così forte che viene manifestata in questo tempo prosegua. Ci auguriamo che questa sia la volta buona e che si vada nel sito scelto, l'importante che sia un sito che accorpi tutti gli uffici giudiziari».

Tra i problemi, quello delle aule: «Non tanto lo spazio per le udienze quanto lo spazio di tutta la gente che attende». Stefanì ha anche sottolineato come «ciò che ci spaventa come in passato che alle promesse non seguano i fatti».

Eppure, il ministro Bonafede si è dimostrato sicuro del fatto che l’iter sia attivabile in tempi certi.