Per battere i Salvini d’Europa, che non la smetteranno mai «di accanirsi contro i più deboli», Laura Boldrini ha proposto alle forze progressiste di creare una lista unitaria per le Europee. «Non saranno delle semplici elezioni, ma una battaglia campale in cui ci giochiamo il futuro», dice.

Presidente, partiamo dalla Libia. Mentre parliamo, a Tripoli sarebbero in corso degli scontri e viene segnalato un incendio all’ambasciata Usa. Il governo Serraj, interlocutore privilegiato per il nostro paese, al momento non sembra in grado di controllare la situazione. Crede che l’Italia abbia sbagliato a “puntare tutto” su una delle fazioni in lotta dopo il rovesciamento di Gheddafi?

La situazione è molto complessa ed è difficile fare la cosa giusta, ma non bisogna dimenticare che il governo Serraj è quello riconosciuto dalle Nazioni Unite. Certo, ci sarebbe bisogno adesso di una soluzione, il più condivisa possibile, con i principali attori che agiscono in quel contesto. Perché non si può prescindere dal fatto che la Libia sia in mano a circa 140 tribù, né dal fatto che esistano centinaia di milizie armate con un sostegno internazionale alle spalle: dall’Egitto agli Emirati, dalla Turchia al Qatar. Con tutto questo bisogna fare i conti. L’unica certezza è che la Libia non è un porto sicuro, a dispetto di quanto sostenuto un mese fa da Matteo Salvini per poter rimandare indietro i migranti.

Serraj è l’uomo con cui l’ex ministro dell’Interno Marco Minniti ha sottoscritto degli accordi per fermare il flusso di migranti diretti verso le nostre coste. Dobbiamo aspettarci una nuova ondata di sbarchi?

Quando c’è un conflitto le persone natuaralmente cercano vie di fuga. In Libia ci sono decine di migliaia di migranti provenienti anche da altri paesi, bloccati in condizioni disumane in capannoni senza il rispetto dei più elementari diritti umani. In questo contesto dominato dal caos dobbiamo fermare il trasferimento delle motovedette italiane alla Guardia costiera libica, che per l’Onu utilizza metodi spregiudicati e violenti. Bisogna evitare che quelle motovedette vengano consegnate in una fase di tale incertezza politica.

Dopo due mesi di prove di forza con i migranti, adesso il ministro dell’Interno annuncia una stretta sulle occupazioni abusive. Censimento degli immobile e sgomberi rapidi: sono queste le direttive inviate ai prefetti dal titolare del Viminale. Sta per iniziare una nuova battaglia legalitaria?

Salvini ha sempre bisogno di un nemico, non la smetterà mai di accanirsi contro qualcuno, contro i più deboli. Non l’ho mai sentito scagliarsi contro mafie e corruzione. Sia chiaro, occupare gli edifici è illegale ed è giusto che lo Stato prenda dei provvedimenti. Ma bisogna anche capire perché si occupa una casa. E spesso sono persone che non hanno pssibilità economiche. Quindi, prima di buttare in mezzo a una strada una famiglia lo Stato è tenuto a trovare un’altra soluzione. Certo, ci sono anche le occpuazioni politiche, come quelle dei gruppi neo fascisti. Casa-Pound a Roma si è insediato in un palazzo intero vicino alla stazione. Chiedo al ministro: a quando lo sgombero di quell’immobile? Potremmo darlo alle famiglie bisognose.

Il presidente della Camera, Roberto Fico, più volte ha esternato il suo disagio per alcune scelte della maggioranza. Si sente di dargli qualche consiglio da ex collega?

Ho apprezzato le posizioni del presidente Fico sui migranti, ma i maggiorenti del Movimento considerano le sue esternazioni come una mera espressione di opinioni personali. Di Maio non lo ha neanche difeso davanti agli attacchi di Salvini. Del resto, non è emersa una componente di deputati e senatori in grado di mettere in discussione la linea politica del governo e di tradurre in dissenso pubblico il proprio malessere. E allora sembra quasi il gioco delle parti, col poliziotto buono e quello cattivo.

Lei ha lanciato la sua proposta per le europee: una Lista unitaria per «sfidare la destra». Basta un nemico per unire visioni diverse?

Non basta, infatti io non chiedo di unire delle sconfitte, ma di creare una lista unica inedita in cui i partiti fanno un passo indietro e lasciano la parola alla società civile, ad esempio a quelle persone che hanno manifestato al porto di Catania contro i metodi illegali di Salvini o a quelle che sono scese in piazza a Milano contro l’asse sovranista. Ecco, ci sono persone che non si sentono più rappresentate né dal Pd, né da Leu, né da altri partiti, la vera innovazione sarebbe dare spazio a loro. Le prossime Europee non saranno delle semplici elezioni, ma una battaglia campale in cui ci giochiamo il futuro dell’Europa e dei nostri figli. Sia chiaro, io non penso che l’Europa vada bene così com’è, dobbiamo cambiarla per renderla più vicina alle persone.

Come si fa?

Ho proposto cinque punti su cui i progressisti possono convergere. Prima di tutto dobbiamo agire sulle politiche economiche, abbandonando l’approccio rigorista a favore degli investimenti e delle politiche sociali. In secondo luogo bisogna armonizzare le politiche fiscali per evitare la concorrenza tra gli Stati dell’Unione. Poi e fare delle politiche ecologiche un caposaldo dell’azione europea. Ho proposto anche una revisione del sistema d’asilo, attraverso il superamento del trattato di Dublino. E infine: difesa dei diritti umani e civili.

Un blocco progressista che vada da Macron a Tsipras come dice Renzi?

Non mi interessa partire dai nomi. Diamo la precedenza a quei mondi che si sono sentiti esclusi, a chi è rimasto a casa o ha votato 5 Stelle per disperazione. I nostri simboli di partito non suscitano entusiasmo in chi non si riconosce più nel paradigma sovranista e vuole contrastarlo.

Basterà per recuperare l’elettorato di sinistra che ha scelto i 5 Stelle?

Credo che quel tipo di elettore non sia contento di vedere come Salvini abbia fagocitato il Movimento, ha bisogno di un’alternativa.

Però a sinistra c’è anche chi gradisce parole d’ordine come “nazionalizzazione”, “reddito di cittadinanza” e “decreto dignità”. Sono solo slogan o crede che il Movimento sarà in grado di imporre alla Lega l’agenda di governo?

La Lega ha piegato i 5 Stelle su tutto. Al di là delle apparenze, i grillini subiscono l’aggressività delle politiche di destra di Salvini, uno che vorrebbe riportare il paese ai tempi di sua nonna. Di fronte alle scelte concrete che bisognerà prendere a breve, come la legge di stabilità, i cittadini capiranno di essere stati ingannati. La luna di miele prima o poi finisce. Spero solo che il paese non si faccia troppo male.

E che non si sgretoli, visto che, secondo Cittadinanzattva, solo il 5 per cento delle nostre scuole rispetterebbero le norme antisisimiche. Prima di nuove promesse sarebbe il caso di mettere in sicurezza il paese.

Il nostro ministro dell’interno finge di non vedere queste cose. Preferisce parlare di migranti, in realtà non si occupa mai di italiani. Ma la sicurezza è anche quella dei nostri figli che vanno a scuola. Se la soluzione dei problemi si mette sempre da parte in nome della propaganda non si risolverà mai nulla.