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« Io candidato alle Europee? Penso di sì, è ciò che mi chiedono tutti. E poi, se dobbiamo, salvare l'Italia, bisogna cominciare a fare le cose sul serio». Silvio Berlusconi approfitta della convention azzurra di Fiuggi per ufficializzare la sua corsa. Ma anche per stuzzicare l'alleato diventato troppo più forte di lui. Dopo l'accordo per la nomina di Marcello Foa alla presidenza della Rai, infatti, sembrava che la coalizione di centrodestra fosse rinata, pronta a sfidare i 5 Stelle alle prossime amministrative. Ma i rapporti tra Forza Italia e Lega riservano sempre qualche sorpresa. «La coalizione di centrodestra è l'opzione definitiva di questi tre partiti nel futuro, poi il signor Salvini ha delle uscite che non sono gradevoli, accettabili da parte nostra», esordisce il Cavaliere, riferendosi soprattutto alle minacce di sforamento del deficit provenienti dal Carroccio. «Forse deve tentare di non far scoppiare un diverbio assoluto con i Cinque Stelle, quel diverbio che noi auspichiamo anche presto», dice Berlusconi, parlando del ministro dell'Interno. Ma «nuovo deficit significa nuovi debiti che prima o poi dovremo pagare, che lasciamo sulle spalle delle nuove generazioni, le stesse alle quali promettiamo il reddito di cittadinanza», insiste l'ex premier, convinto che «uno Stato con i conti pubblici in disordine è uno Stato che si condanna da solo alla stagnazione e alla recessione». E davanti a un rischio di questo tipo, «se con la manovra alzassimo il deficit e l'Europa dovesse respingerla, lo spread salirebbe e sarebbe un disastro. E purtroppo da quello che sento, la Bce ritiene questo rischio molto elevato», spiega ancora Berlusconi, che poi mette nel mirino il «dilettantismo» del capo del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio. «Chiedere al Tesoro piu soldi e - di fronte alle resistenze del ministro Tria che non vorrebbe sfasciare i conti pubblici - minacciare di cacciarlo. Trattano il ministero dell'Economia come un bancomat da cui prendere i denari di cui hanno bisogno per finanziare le loro promesse elettorali». Il problema, per il capo di Forza Italia è che il governo in carica è composto da due squadre: «Una della Lega che si e presentata agli elettori col nostro stesso programma, scritto al 95 per cento da noi e una dei 5 stelle, che si sta rivelando erede della peggiore sinistra».E davanti al rischio “bolscevico”, secondo il Cav c'è una sola soluzione: Forza Italia. «Siamo ancora noi a dover salvare il paese che amiamo. Sarò in campo alle prossime elezioni per salvare anche io il paese che amo», racconta. «Noi eravamo scesi in campo per salvare l'Italia dal pericolo comunista e lo abbiamo salvato. Venticinque anni dopo l'Italia si trova davanti a un altro pericolo ancora più grave di quello perché a tutti i loro difetti si aggiunge l'ignoranza, l'incompetenza, ispirata dall'invidia sociale e dall'odio».Quella grillina, per il Cavaliere, è la tipica visione «statalista e dirigista di chi vorrebbe tornare allo Stato gestore, allo Stato imprenditore. Questi signori non guardano agli Stati Uniti o all'Inghilterra, non guardano neppure alla Russia o alla Cina, guardano forse a Cuba o al Venezuela di Maduro». Ma tanto, Lega e 5 Stelle, è l'auspicio del leader di Forza Italia «non reggeranno» ancora a lungo.