Silvio Berlusconi torna a parlare delle giornate più assurde per la formazione del nuovo governo. Cioè quelle in cui un giorno sì e l'altro pure uscivano suoi audio trapelati dall'incontro con i deputati di Forza Italia. Lo fa nel nuovo libro di Bruno Vespa, "La grande tempesta", in uscita venerdì 4 novembre da Mondadori Rai Libri. E prova a fare "chiarezza" sulle venti bottiglie di vodka e di lambrusco, diventate iconiche. Dopo aver raccontato ai suoi deputati delle lettere di auguri, dice che uno di loro gli chiese: «E vi siete fatti anche dei regali?». E lui sorridendo rispose divertito: «Si certo, venti bottiglie di vodka e venti di lambrusco». Ma tutti, spiega, avevano capito che era uno scherzo. Alla domanda di Vespa se si senta più vicino all’America o alla Russia, Berlusconi ricorda un aneddoto. Una delle cinque standing ovation riservategli dal Congresso degli Stati Uniti il 19 giugno 2011, sottolinea, fu quando raccontò del giuramento di fedeltà agli USA. Glielo chiese il padre, quando dopo la maturità classica lo portò a visitare il cimitero militare americano di Anzio. Alla domanda di Vespa sulle condizioni per arrivare a una trattativa di pace, Berlusconi non si tira indietro. «Forse, solo se a un certo punto l’Ucraina capisse di non poter più contare sulle armi e sugli aiuti». E ancora. «Se, invece, l’Occidente promettesse di fornirle centinaia di miliardi di dollari per la ricostruzione delle sue città devastate dalla guerra Zelensky, forse, potrebbe accettare di sedersi al tavolo per una trattativa». Poi parla del governo e dice che Meloni «è nuova ed è brava in tv» e che «siccome ha preso più voti è naturale sia a Palazzo Chigi». E poi la giustizia. «Carlo Nordio è uno straordinario professionista - dice - Condivido le sue posizioni sulla riforma della giustizia». Per poi sottolineare che «la priorità assoluta è la riduzione della durata dei processi». Infine spiega che il No di Meloni a Casellati in via Arenula «ha deluso Forza Italia». Ma giura fedeltà al governo. «Berlusconi torna a ribadire che bisogna smettere di sostenere la difesa Ucraina per obbligare Zelensky a trattare (la resa)», dice il segretario di Più Europa, Benedetto Della Vedova. «Per Berlusconi la pace è quella di Putin: Meloni e Tajani non possono più fare finta di nulla, sull'Ucraina la maggioranza non c'è». E dice anche la sua anche il leader del Terzo Polo, Carlo Calenda, secondo cui «non esiste maggioranza di Governo senza una linea di politica estera comune». Per Calenda «Berlusconi continua a fare propaganda per Putin incurante delle conseguenze: tra le sue parole in libertà e le fughe in avanti di Matteo Salvini su economia, questo governo parte zoppo».