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Elly Schlein, segretaria del Partito democratico
Se era necessario un esempio concreto dei limiti sin qui dimostrati dalla segreteria Schlein, se serviva una traduzione in fatti e voti dell'appunto secondo cui la nuova segreteria non si sta dimostrando capace di dotare il suo partito di fisionomia e identità, la giornata all'Europarlamento di Bruxelles è stata rivelatrice. In ballo c'era Asap, Act in Support of Ammunition Production, il cui acronimo però nel linguaggio corrente significa anche As Soon As Possible, il prima possibile. Infatti l'intenzione della Commissione, che ha proposto la legge nella persona del commissario per il Mercato interno Thierry Breton, ha chiesto e ottenuto, col voto favorevole anche del Pd, la procedura d'urgenza. La plenaria di Strasburgo si esprimerà in luglio.
Si tratta della legge che stanzia un miliardo per le munizioni di Zelensky e il riarmo dei singoli Stati, metà a spese della Ue, l'altra metà a carico degli Stati che però possono, se vogliono, avvalersi delle risorse del Pnrr e del Fondo di coesione. La legge prevede passaggi anche più scabrosi, come la possibilità di alleggerire le norme di sicurezza sul lavoro pur di procedere più rapidamente nel riarmo. Una legge molto significativa dunque, persino a prescindere dalla decisione dell'Italia di adoperare o meno quei fondi del Piano per il riarmo. Viene infatti sancito il principio per cui i miliardi del Recovery non possono essere spesi per la ricostruzione di una zona devastata come la Romagna ma va benissimo adoperarli per costruire armi per l'Ucraina ma anche per gli eserciti europei. Senza contare che Asap non si limita a questo. Per esempio consente anche di allargare alcune regole di sicurezza sul lavoro per accelerare la produzione di armi. As Soon As Possible! Di fronte a una scelta di questa portata il Pd ha offerto uno spettacolo sconcertante, senza indirizzo né bussola, perso in un maelstrom di confusione.
Nella sua diretta Instagram di mercoledì la segretaria aveva tuonato contro una scelta sciagurata come l'uso delle risorse di Pnrr e Fondo di coesione per le armi. Aveva quasi diffidato il governo dal muovere un simile passo, con toni tanto accesi da far credere che la proposta venisse dal governo stesso invece che dalla Commissione europea di cui Paolo Gentiloni è vicepresidente. Aveva promesso per oggi stesso la presentazione di una mozione che impegnerà il governo a non decurtare il Pnrr per armare Ucraina e forze armate tricolori e in effetti il governo aveva già escluso questa eventualità ma, dopo il voto, la tentazione ha iniziato ad allargarsi tra i parlamentari della maggioranza.
La via d'uscita trovata dalla segretaria dopo ore di conciliaboli on line con gli eurodeputati consisteva in un pacchetto di emendamenti effettivamente ottimi fatti propri dall'intero eurogruppo “Socialisti e Democratici”. Solo che era assolutamente certo che quegli emendamenti non sarebbero mai passati come infatti è stato. A quel punto la segretaria, con una scelta davvero sbalorditiva, ha scelto di non scegliere e ha lasciato libertà di voto al gruppo. Su 16 votanti uno ha votato no, Massimiliano Smeriglio, quattro si sono astenuti tra cui l’ex medico di Lampedusa Pietro Bartolo e l'unica europarlamentare schierata con Schlein al congresso, Camilla Laureti. Non ha partecipato al voto Giuliano Pisapia. Gli altri 10 hanno votato a favore.
La guerra non è un argomento fra tanti e probabilmente molti tra gli elettori che hanno rovesciato il verdetto degli iscritti e incoronato Schlein lo hanno fatto anche per le sue antiche posizioni pacifiste. Ma nessuno poteva credere in un ribaltamento della linea imboccata a rotta di collo da Letta. In questo caso però non era in discussione il sostegno o la fornitura di armi a Kiev ma un aspetto specifico, molto significativo ma che non avrebbe in alcun modo indebolito il sostegno dell'Italia, e del Pd, a Kiev. Non che si debba esagerare con le critiche: dietro gli applausi spesso bugiardi scrosciati dopo la vittoria, Elly Schlein si trova davvero in una situazione difficile, ostaggio di aree e correnti che nel Pd non hanno mai deposto le armi: le hanno solo nascoste. Sta a lei, però, accettare di farsi tenere in ostaggio o usare la forza di cui per ora dispone per evitarlo e reagire subito. Perché presto sarà tardi per farlo.