PHOTO
La giustizia è stata più rapida del Movimento 5 stelle. Il procedimento a carico del sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, per le nomine al teatro Regio, è stato archiviato. La sospensione dal M5s per non aver comunicato tempestivamente allo Staff la notizia dell'avviso di garanzia è invece ancora in vigore. «Sono contento, soprattutto per la mia città, il Teatro Regio e i miei concittadini. Ora qualche sassolino dalla scarpa me lo toglierò», scrive su Facebook il primo cittadino che da settimane non perde occasione per attaccare il Direttorio dopo i pasticci del "caso Roma".L'indagine per abuso d'ufficio era partita nel 2015 dopo un esposto del senatore Pd Giorgio Pagliari, che voleva far luce sulle nomine dei vertici del teatro. Per i giudici non c'è stata «intenzionalità nell'attribuzione di un vantaggio». La procedura di nomina di Anna Maria Meo, come direttore generale, e Barbara Minghetti, quale consulente di sviluppo, è dunque regolare: il Gip, su richiesta della Procura, ha disposto l'archiviazione del caso. «Sapevamo di avere agito in massima coscienza», dice Pizzarotti che adesso pretende delle scuse. La sospensione dal M5s «è stata un boomerang, ora voglio il reintegro nel Movimento ma non con la mail dell'anonimo staff di Grillo: il Direttorio deve venire a Parma, una mail non è sufficiente. Il direttorio venga qui e dimostri di voler realmente invertire la rotta, non accetto un reintegro via posta elettronica». Il sindaco - che aspetta da maggio di sapere se può ancora considerarsi un amministratore grillino - sa che i rapporti di forza interni si sono invertiti. «Se dovessi restare sospeso sarebbe ancor più evidente l'inadeguatezza dei presunti vertici e l'incapacità di gestire situazioni», dice. «Non c'è volontà di decidere, probabilmente, perché si ha timore del giudizio degli attivisti». Adesso è lui ad avere il coltello dalla parte del manico. «Noi rimaniamo disponibili e aperti al dialogo, rimettendo al centro quello che vuol essere il futuro del Movimento: vanno rimessi al centro le azioni gli obiettivi e non i mezzi e le persone», assicura.