Putin può trasformarsi in un’arma di contrattazione sul nuovo governo? Sì, se ti chiami Silvio Berlusconi e, come dice chi lo conosce bene, in fondo non hai «più nulla da perdere» in questa partita a scacchi con Giorgia Meloni. Non c’è minaccia di ritorno alle urne che possa intimidire un Cavaliere “ferito” nell’orgoglio, dopo l’elezione di Ignazio La Russa senza il suo assenso, e parecchio ridimensionato nelle richieste di ministeri chiave dalla presidente del Consiglio in pectore. Così il patriarca del centrodestra, messo all’angolo, usa qualsiasi oggetto “contundente” che gli capiti a tiro per intimidire la sua ex ministra della Gioventù e indurla a più miti consigli. Che sia un foglietto con aggettivi al vetriolo indirizzati, a favore di camera, alla leader di Fratelli d’Italia o una dichiarazione imbarazzante per far arrossire l’alleata- rivale poco importa per il capo di Forza Italia. L’importante è raggiungere lo scopo. E così, in piena trattativa sulla squadra di governo, mentre sembra che gli azzurri verranno tagliati fuori da Giustizia e Telecomunicazioni - il core business storico del partito azienda - Berlusconi tira in ballo il nemico numero uno dell’Occidente atlantista: Vladimir Putin. «Ho riallacciato i rapporti con il presidente Putin, un po’ tanto», dice il Cav all’assemblea per l’elezione del capogruppo alla Camera. «I ministri russi hanno già detto in diverse occasioni che siamo noi in guerra con loro, perché forniamo armi e finanziamenti all’Ucraina. Io non posso personalmente fornire il mio parere perché se viene raccontato alla stampa viene fuori un disastro, ma sono molto, molto, molto preoccupato», aggiunge, fingendo di non sapere che le sue parole finiranno ovviamente su tutti i giornali. Più che una gaffe, però, quello del Cav somiglia a un segnale ostile, minaccioso, inviato all’aspirante premier impegnata da tempo a riaccreditarsi davanti alle cancellerie internazionali. Un meta messaggio che suona più o meno così: per fare il governo devi comunque passare da me, ma se pensi di trattarmi come il fanalino di coda della coalizione, sappi che ho altre carte per mandare all’aria i tuoi piani. E un alleato “filo putiniano” di questi tempi metterebbe in difficoltà chiunque. Dunque: «Putin per il mio compleanno mi ha mandato 20 bottiglie di vodka e una lettera dolcissima. Io gli ho risposto con bottiglie di Lambrusco e con una lettera altrettanto dolce. Io l’ho conosciuto come una persona di pace e sensata», prosegue Berlusconi col racconto che rischia di imbarazzare parecchio chi già deve faticare tanto per superare le diffidenze ad esempio di Bruxelles. L’inventore del centrodestra lo sa e lancia la bomba nel mucchio, giusto il tempo che arrivi alle orecchie di tutti per poi smentire: nessuna ripresa dei rapporti con Putin, il presidente Berlusconi ha raccontato ai parlamentari una vecchia storia relativa a un episodio risalente a molti anni fa, fanno sapere da Fi.Ormai la deflagrazione è avvenuta, del resto, e pare che il botto sia stato avvertito distintamente in Via della Scrofa. Messaggio recapitato, il vecchio Silvio è in grado di essere convincente anche quando sembra spacciato. Meglio evitare di scherzarci troppo.