Non solo la scritta e la stella a 5 punte contro Ignazio La Russa sulla saracinesca in zona Garbatella, ma anche uno striscione di 6 metri per 1 metro, con il nome del neopresidente del Senato scritto al rovescio, è stato appeso in via degli Annibaldi, fronte Colosseo, da Cambiare Rotta. A notarlo, e sequestrarlo, i carabinieri di Roma Quirinale. Tanti attestati di solidarietà sono giunti al neopresidente del Senato che ha ringraziato «sinceramente le forze politiche per le espressioni di solidarietà che mi hanno fatto pervenire ma voglio rassicurare tutti che una scritta vergata da mani ignote non mi ha minimamente turbato. Nella mia vita ho memoria di scritte anche assai peggiori verso di me e la mia parte politica. Anche stavolta avrei preferito, fosse dipeso da me, ignorare chi lancia il sasso e nasconde la mano, chi pensa che la minaccia o l’insulto possa sostituire il confronto. O peggio chi vorrebbe rivangare anni di violenza e terrorismo condannati dalla storia». In una nota il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha dichiarato: «Le scritte in una sede romana di Fratelli d'Italia e lo striscione contro il neo presidente del Senato La Russa sono gesti che vanno condannati senza esitazione, Roma è città aperta che ha tra i suoi valori fondanti tolleranza e rispetto delle diversità». Marco Meloni, deputato e coordinatore della segreteria Pd, su Twitter ha espresso solidarietà «al presidente del Senato Ignazio La Russa e ferma condanna delle minacce che gli sono state rivolte. La violenza, l’odio e le minacce sono sempre, nella vita civile e nel dibattito politico, del tutto inaccettabili». Il segretario di Più Europa Benedetto Della Vedova, sempre su Twitter ha ribadito: «I tentativi di intimidazione nei confronti del Presidente del Senato Ignazio La Russa sono inaccettabili e vanno da tutti respinti in modo netto». A La Russa erano già arrivata la solidarietà di molti esponenti del centrodestra e Giorgia Meloni pur senza citare esplicitamente il Pd, ha criticato «diversi esponenti politici» che «hanno deciso di rendere» Ignazio La Russa «un bersaglio, come persona e per le sue idee, rinfocolando un clima d’odio, già ben alimentato durante una campagna elettorale costruita sulla demonizzazione dell’avversario politico. E così», sottolinea, «accade che in una sede di Fratelli d’Italia compaia una scritta contro di lui, firmata con la stella a 5 punte, chiaro riferimento ad anni drammatici che non vogliamo rivivere». In una panorama politico così agitato le dichiarazioni di Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, intervenendo al convegno dei Giovani Imprenditori Confindustria a Capri, certamente non aiutano.  «La Russa e Fontana - ha detto De Luca - non mi sembrano una grande scelta di innovazione politica. Fontana, un troglodita, è persino pericoloso perché in confronto Ferdinando di Borbone era un rivoluzionario». E infatti dal deputato e vicesegretario della Lega Andrea Crippa è arrivata subito una replica: «Da De Luca parole di una gravità inaudita. Le sue parole nei confronti delle più alte cariche dello Stato appena elette in Parlamento feriscono le istituzioni e il popolo sovrano. Essere cattolici, come il presidente della Camera Lorenzo Fontana, sarebbe dunque imperdonabile? Ecco il senso della libertà e della democrazia per la Sinistra». «Non tolleriamo sia messa in discussione l’autorevolezza della terza carica dello Stato, massima solidarietà al presidente Fontana. È ora che De Luca impari a rispettare le istituzioni», ha aggiunto il deputato leghista Gianpiero Zinzi.