E venne il giorno dei piatti sbattuti in faccia, nel Movimento 5stelle. Dopo la sospensione, comunicata al sindaco di Parma attraverso il blog di Beppe Grillo, lui, Federico Pizzarotti, minaccia di portare tutti in tribunale. Parla attraverso una durissima intervista al Corriere della Sera: “Ha senso rimanere dove non ti vogliono? No. Può aver senso chiedere giustizia: su questo si può ragionare”. Frase generica che il giornalista chiede di specificare: “Sta dicendo che intende rivolgersi a un tribunale?”. Il primo cittadino risponde: “Se in base a un regolamento che non esiste sostieni una cosa allora la devi dimostrare. Gli faccio capire che le regole sono importanti. Era Casaleggio a dire che se ignori una regola quella regola non è mai esistita. E loro stanno ignorando tante regole”. La frase clou, destinata a restare nella storia pentastellata come un amaro epitaffio, è terribile: “Ho il dispiacere per la disaffezione che proverà la nostra gente: politicamente è un autogol pazzesco. Siamo stati un esempio, ma abbiamo perso il senso del limite, abbiamo sbracato”.E giù con altre critiche, contestazioni. Relative soprattutto alle tante richieste di chiarimento inviate nei mesi scorsi a Beppe Grillo e al direttorio, lasciate senza risposta. Nelle scorse ore Pizzarotti ha pubblicato tra l’altro l’istantanea di alcuni messaggi WhatsApp inviati via smartphone a Luigi Di Maio, in cui chiedeva appunto di incontrarsi e discutere di alcune tensioni tra i grillini di Parma. “Non voglio parlare con acredine, ma in questi mesi ci sono stati atteggiamenti non comprensibili a dir poco”, dice in proposito, sempre nell’intervista al Corriere,  il primo sindaco cinquestelle della storia. “Sono deluso dall’atteggiamento irresponsabile: non è non dando risposte che si risolvono i problemi”. Ribatte nel merito alla principale mancanza che gli è stata contestata al momento della sospensione, quella di non aver immediatamente trasmesso i documenti relativi all’inchiesta di cui è oggetto da parte della Procura per due nomine al Teatro Regio: “La mancata trasparenza starebbe nel fatto che non ho fornito dati sensibili, ad una mail anonima, sulla base di regole inesistenti che nessuno ha mai citato?”.