Il Movimento 5 stelle cerca un nuovo frontman. Beppe Grillo è sempre più distante dalla creatura che ha inventato insieme a Gianroberto Casaleggio e serve un sostituto in grado di traghettare il partito verso il futuro. Operazione tutt'altro che semplice, visto che il comico genovese non è mai stato un semplice catalizzatore di voti, per il M5s è stato un padre uno e trino: leader politico, garante della pace interna e proprietario del simbolo. Non basterà dunque una sola figura per coprire tutti i ruoli incarnati dal fondatore. Servirà spezzettare il potere, affidando segmenti di partito a persone diverse. Per questo, secondo la Stampa, lo Staff avrebbe individuato tre figure capaci di recitare tre ruoli diversi ma interdipendenti: Roberto Fico, l'unico grillino della prima ora tra i big, sarebbe l'esponente più adatto a sostituire il capo nella funzione di garante; Luigi Di Maio, il più sveglio e ambizioso, sarebbe perfetto per subentrare come vera e propria guiida politica; ad Alessandro Di Battista, invece, telegenico e onnipresente in Tv, dovrebbe diventare una sorta di uomo immagine del Movimento. Il problema è che difficilmente gli attivisti accetterebbero di modificare la struttura del "partito liquido" - con il riconoscimento formale di un apparato gerarchico - senza passare almeno per una consultazione in Rete. Per questo lo Staff, più di una settimana fa, aveva annunciato sul Bolg l'apertura delle votazioni per la modifica del "non Statuto". Poi qualcosa è andato storto e il confronto con la base è stato rimandato a data da destinarsi. Le ragioni sono tante e forse chi aveva indetto la consultazione non aveva considerato tutte le questioni ancora aperte. Resta, per esempio, ancora da assegnare uno degli incarichi più importanti fino a oggi ricoperto da Grillo: il proprietario del simbolo. Perché finora era Beppe Grillo (insieme ai Casaleggio) a decidere chi poteva utilizzare il marchio dei 5 stelle e chi no con "sentenze" inappellabili. Bastava un click per disattivare un utente "iscritto" che poi al massimo sollevava un polverone sulla stampa locale per qualche giorno. Finché, pochi mesi fa, alcuni epurati non decidono di rivolgersi alla magistratura per essere reintegrati. I Tribunali danno ragione ai ricorrenti e qualcuno pensa anche di chiamare ai danni il Movimento (con richieste di risarcimento fino a 150 mila Euro), rappresentato legalmente dal proprietario del marchio: Beppe Grillo. Il timore è che le cause possano moltiplicarsi mettendo in pericolo la solidità patrimoniale del comico. Che adesso si farebbe volentieri da parte, chiedendo magari in cambio qualche garanzia.