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Nicola Morra non è d’accordo con la lettera di scuse di Di Maio sul caso dell'ex sindaco Uggetti, in cui il ministro degli Esteri fa mea culpa per dire «basta con l'imbarbarimento del dibattito associato ai temi di giudiziari». «La penso diversamente», ha detto questa mattina ad "Omnibus" il presidente della Commissione Antimafia ed ex esponente 5 Stelle. «Evidentemente Di Maio ha fatto diversi errori, tra cui anche questo. La campagna di una forza politica non deve essere solo demolitoria ma anche costruttiva... Il Movimento doveva avanzare proposte finalizzate a moralizzare il quadro pubblico. Per quanto riguarda la selezione delle candidature si poteva far meglio», ha aggiunto. «Quattro anni fa sono stato iscritto nel registro degli indagati per aver prodotto un’interrogazione parlamentare... Ho comunicato tutto attraverso la trasparenza dei social, ho fatto sapere quanto mi stava capitando. Però da quell’atto, dal mio punto di vista assolutamente inaccettabile, perché contra legem, è nata una vicenda che ha procurato danno al sottoscritto... Ho semplicemente accettato la situazione», ha aggiunto Morra. Gli risponde Franco Mirabelli, vicepresidente dei senatori del Pd e capogruppo dem in commissione Antimafia, secondo il quale «quello che afferma Morra è sinceramente inaccettabile. Volere paragonare la sua vicenda, di cui in pochi si sono accorti, a quella dell’ex sindaco di Lodi che è stato costretto al carcere e si è visto privato dell’onorabilità politica mi sembra davvero un tentativo maldestro di fare confusione e di voler sminuire il senso e il valore della lettera che questa mattina Luigi Di Maio ha mandato al Foglio. Penso che anche questa volta il senatore Morra avrebbe fatto meglio a tacere».