Virginia Raggi rischia di rimanere sola. In ventiquattro ore perde il capo di Gabinetto, l'assessore al Bilancio, l'amministratore unico di Ama, il direttore generale e l'amministratore di Atac. A innescare l'effetto domino è l'allontanamento (o dimissioni, resta ancora da chiarire) di Carla Raineri, magistrato, ex capo dell'anticorruzione capitolina ai tempi di Tronca e fino a ieri braccio destro della sindaca. Virginia Raggi l'ha silurata con un post su Facebook, scritto nel cuore della notte, in cui comunica la revoca del capo di Gabinetto alla luce di un parere chiesto all'Autorità nazionale anticorruzione. L'Authority guidata da Raffaele Cantone avrebbe messo in luce delle irregolarità nella nomina di Raineri in base alle disposizioni contenute nel Testo unico degli enti locali. In pratica, la magistrata sarebbe stata "contrattualizzata" in maniera impropria. «Ne prendiamo atto. Conseguentemente, sarà predisposta l'ordinanza di revoca», scrive Raggi sui social network. E dopo un esposto presentato da Fratelli d'Italia, la Procura di Roma aprirà un fascicolo sulla nomina del capo di Gabinetto per capire se c'è stato un abuso d'ufficio. «Credevo di essere stata chiamata per garantire la legalità. La verità è tutt'altra e spiegherò presto le mie ragioni», risponde Carla Raineri che specifica di aver lasciato l'incarico prima che arrivasse la revoca. Poco dopo, sul tavolo di Raggi arrivano le dimissioni di un altro pezzo da novanta della Giunta: Marcello Minenna, l'assessore al Bilancio inserito in squadra per volere di Luigi Di Maio. Il responsabile dei conti comunali (e dirigente della Consob) ha già lavorato al fianco di Raineri durante la gestione commissariale della Capitale e ed è legato alla collega da un rapporto di profonda stima. Alla notizia dell'allontanamento improvviso della magistata, decide di lasciare il campo. Proprio come fa a stretto giro Alessandro Solidoro, amministratore unico della municipalizzata dei rifiuti, che dopo meno di un mese rinuncia al proprio mandato «poiché, a seguito delle dimissioni dell'Assessore al Bilancio, Dottor Marcello Minenna, ha ritenuto venute meno le condizioni per l'incarico affidatogli». Poco dopo, tocca ai vertici dell'azienda del trasporto pubblico voltare le spalle alla prima cittadina, accusando la Giunta di «ingerenze» sullo spostamento di personale aziendale.La guerra internaPer il Movimento 5 stelle è un vero terremoto politico. Il Direttorio nazionale e quello romano non sembrano aver gradito le scelte di Raggi. «Apprendo la notizia dai giornali» dice la senatrice e membro del mini direttorio Paola Taverna. «Siamo in attesa di conoscere le motivazioni. Certo è che se la giudice Raineri e l'assessore Minenna dovessero formalizzare le loro dimissioni, questo rappresenterebbe una gigante perdita per la giunta». Alla base delle dimissioni di "massa" c'è la guerra intestina che dilania il Movimento 5 stelle romano dal giorno dopo il voto. Virginia Raggi non ha mai digerito i nomi imposti dall'alto e ha provato, fin dal primo momento, a farlo capire allo Staff centrale del suo partito. Raineri e Minenna non sono due figure che la sindaca ha scelto personalmente. L'assessore al bilancio è stato inserito in Giunta per volere di Luigi Di Maio, e come capo di Gabinetto Virginia avrebbe voluto una sola persona: Daniele Frongia. Ma dopo averlo nominato, a fine giugno, è stata costretta a tornare sui suoi passi - dirottandolo sulla poltrona di vicesindaco - a causa delle pressioni provenienti dall'alto. L'obiettivo era di evitare un'eccessiva concentrazione di potere sull'asse Frongia-Raggi. Il risultato è stato un irrigidimento della sindaca che ha iniziato a circondarsi solo di uomini di stretta fiducia. Tra cui Raffaele Marra, già collaboratore di Alemanno, nominato a giugno vice capo di Gabinetto. Solo l'intervento diretto di Beppe Grillo ha convinto la prima cittadina cambiare idea. Anche se solo da un punto di vista formale, visto che, nonostante l'ordinanza di revoca dell'incarico, Marra è rimasto tra i corridoi del Campidoglio con la benedizione della sindaca. Una presenza che ha indispettito ulteriormente i big del Movimento che adesso, sottovoce, accusano Virginia di incompetenza amministrativa. E qualcuno già pensa di abbandonare Raggi al suo destino in caso di un nuovo passo falso.