PIÙ DI 400 GLI EMENDAMENTI AL TESTO

È partito l’iter di approvazione della manovra alla Camera ( tra Natale e Capodanno toccherà al Senato) e gli oltre tremila emendamenti al testo sono diventati poco più di 400. Tra questi, quello di Fratelli d’Italia che abroga il bonus cultura per i 18enni introdotto dall'allora governo Renzi, così come quello che aumenta da 8 a 10 euro l'esenzione fiscale dei buoni pasti elettronici. FdI propone anche di estendere dal 31 dicembre 2022 al 30 giugno 2023 la proroga dell’occupazione del suolo pubblico per il settore ristorazione e quello che aumenta i fondi per l'edilizia scolastica. Da Forza Italia arrivano invece richieste per un fondo da 500 milioni di euro per le pensioni minime, così come la proposta di esonero contributivo fino 8mila euro per le nuove assunzioni a tempo indeterminato e le trasformazioni dei contratti a tempo determinato dei giovani. Tra gli emendamenti azzurri anche quello per l’introduzione di meccanismi per sbloccare la cessione dei crediti fiscali del Superbonus. Dalla Lega arriva invece una proposta di modifica del reddito di cittadinanza, che lega il beneficio alla frequentazione di un percorso di studi fino al conseguimento dell'obbligo formativo o, comunque, di una qualifica di durata almeno triennale, così come la proposta di abolire dal primo gennaio l’imposta per l'ottenimento delle patenti B e C1. Dal Carroccio stop anche a due imposte: quella di registro, ipotecaria e catastale applicate ai contratti di affitto, e quella sostitutiva sulla rivalutazione del trattamento di fine rapporto di lavoro.

Dall’opposizione, in quota Movimento 5 Stelle c’è la richiesta di detassare il salario minimo per i prossimi tre anni, così come quella di operare una spending review a decorrere dal 2025.

Dal Pd tre proposte: nuovi fondi per il servizio sanitario nazionale, abolizione della tassa sulle mance e rafforzamento dell’assegno unico per le famiglie.

Infine, le richieste del terzo polo. Italia Viva propone l’introduzione di un’imposta negativa per gli assunti titolari di reddito di cittadinanza tale da determinare un incremento pari al 50 per cento del reddito da lavoro netto fino al raggiungimento della soglia del Rdc.