TRA GLI ALTRI, IL DOCUMENTO PROPOSTO DAL COA DI NOCERA INFERIORE

Uno degli obiettivi immediati dell’avvocatura coincide con una precisa richiesta che, con ogni probabilità, le istituzioni forensi rivolgeranno al prossimo ministro della Giustizia. Consiste nel rimediare all’esasperante lentezza con cui vengono riconosciuti i compensi ai difensori che assumono il patrocinio a spese dello Stato. Un tema che spicca tra le priorità del Consiglio nazionale forense. Non a caso la presidente del Cnf, Maria Masi, ha posto all’attenzione dei rappresentanti dei partiti la questione lo scorso 14 settembre, quando in via del Governo Vecchio si è tenuto un dibattito intitolato “L’avvocatura incontra la politica”.

In quella occasione Masi ha ricordato la necessità di prevedere una nuova disciplina sulla compensazione dei crediti vantati, per il patrocinio di Stato, dagli avvocati, con eventuali proprie pendenze di natura non solo previdenziale. Sarebbe un rimedio semplice agli ostacoli di natura economica che l’avvocatura incontra in questa fase. Ora, in vista del congresso nazionale forense di Lecce, in programma dal 6 all’ 8 ottobre prossimi, questa sollecitazione viene fatta propria da diverse delegazioni. Tra le altre, si distingue la mozione predisposta dalla delegata dell’Ordine forense di Nocera Inferiore, Barbara Barbato, già ammessa con il numero 82. Il documento dà mandato al Consiglio nazionale forense, all’Organismo congressuale forense e ad ogni rappresentanza territoriale «di porre in essere ogni necessaria iniziativa, innanzi a tutte le sedi competenti e legittimate, ed in particolare avanti alle Camere, ai ministeri ed agli enti competenti, affinché sia disposta l’autorizzazione alla compensazione degli importi liquidati per il patrocinio a spese dello Stato ( ivi comprese le difese d’ufficio) a favore degli avvocati con i crediti fiscali dell’erario vantati nei confronti dei medesimi, senza limiti di budget, oppure prevedere l’aumento della corrente previsione di spesa annuale».

La mozione evidenzia la necessità che sia previsto «un criterio di aumento annuale progressivo dello stanziamento a bilancio statale per la compensazione degli importi liquidati a titolo di patrocinio a spese dello Stato a favore degli avvocati con i crediti fiscali dell’erario nei confronti degli stessi». In questo modo si intende giungere «entro almeno un quinquennio alla piena copertura delle somme liquidate a favore degli avvocati per ogni annualità». In via alternativa, si chiede di prevedere «la possibilità per gli avvocati, creditori nei confronti dell’Erario, di compensare tale loro credito con i contributi da loro dovuti alla Cassa previdenza». Barbara Barbato, firmataria della mozione che verrà discussa a Lecce, sottolinea che «i diritti vanno difesi ma vanno soprattutto custoditi». «È questo – dice al Dubbio - l’obbligo morale dell’avvocatura in questa fase.

La mozione che ho presentato rappresenta la cifra di una criticità latente nel momento in cui si chiede di ottimizzare l’accesso al patrocinio dello Stato e consentire, di conseguenza, ai cittadini di poter contare sulla professionalità di un maggior numero di avvocati, apparendo necessario consentire l’effettività della tempestiva erogazione degli importi liquidati agli avvocati, fruendo anche appieno della compensazione dei crediti accertati in sede giudiziale verso l’erario con i crediti del fisco verso i medesimi». L’avvocatura vive uno dei momenti più delicati. «Il corso degli ultimi due anni – aggiunge Barbato - è stato caratterizzato dall’impegno profuso per garantire la sopravvivenza come tutti gli autonomi e titolari di partite Iva anche se la fase istituzionale ha visto consolidare, incrementare e delineare compiutamente progetti che, accompagnando il piano di riforme, hanno rappresentato la base del Pnrr per il ministero della Giustizia, su cui pure vogliamo essere protagonisti come soggetti attuatori».