La Corte costituzionale francese ha dichiarato incostituzionale una norma del 1945 che prevedeva una disparità di trattamento tra uomini e donne nella conservazione della cittadinanza francese in caso di acquisizione di una cittadinanza straniera.

La decisione arriva in risposta a una questione prioritaria di costituzionalità sollevata dalla prima sezione civile della Corte di Cassazione. La disposizione contestata – l’articolo 9 dell’ordinanza n. 45-2441 del 19 ottobre 1945 – stabiliva che, fino all’1 giugno 1951, solo gli uomini sotto i 50 anni potevano conservare la cittadinanza francese se ne acquisivano un’altra, previo assenso del governo. Le donne, invece, la perdevano automaticamente.

Disparità ingiustificata tra uomini e donne

La Corte ha sottolineato che la norma, anche se motivata dalla volontà del legislatore del dopoguerra di evitare che gli uomini eludessero il servizio militare, ha finito per creare un effetto discriminatorio: mentre agli uomini era riconosciuta la possibilità di mantenere la cittadinanza, alle donne no. Questo, secondo i giudici, viola i principi di uguaglianza davanti alla legge e tra i sessi.

La decisione si collega alla giurisprudenza della stessa Corte, in particolare alla sentenza n. 2013-360 QPC del 2014, che aveva già affrontato un tema analogo.

Effetti limitati nel tempo e nei soggetti

Pur trattandosi di norme non più in vigore da decenni, la Corte ha deciso di limitare gli effetti retroattivi della sua pronuncia. In particolare, potranno beneficiare della decisione solo le donne che, tra il 1945 e il 1951, persero la cittadinanza francese a causa di quella norma; i loro discendenti potranno solo invocare il riconoscimento della cittadinanza delle madri, ma non ne avranno automaticamente diritto; la sentenza sarà rilevante solo nei procedimenti giurisdizionali non ancora conclusi alla data della sua pubblicazione; la pronuncia rafforza il principio secondo cui le leggi non devono introdurre discriminazioni di genere, anche nel contesto della ricostruzione normativa del secondo dopoguerra.