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Conflitto armato tra India e Pakistan
La piattaforma X (ex Twitter) ha ricevuto dal governo indiano un ordine esecutivo per il blocco di oltre 8mila account, pena sanzioni che vanno dalla multa all’arresto. A renderlo noto è stato il profilo ufficiale Global Government Affairs della compagnia, che poco dopo è stato bloccato a sua volta in India.
Il team di X ha dichiarato che in molti casi il governo non ha specificato quali contenuti avrebbero violato la legge, ma che, per conformarsi all’ordine, procederà al blocco limitato al solo territorio indiano. La piattaforma ha tuttavia espresso forte disaccordo con le richieste, definendole “una forma di censura contraria alla libertà di espressione” e ha affermato che sta valutando azioni legali.
In parallelo, il governo di Nuova Delhi ha diffuso una circolare alle piattaforme di streaming e OTT, esortandole a sospendere immediatamente la pubblicazione di contenuti provenienti dal Pakistan, inclusi film, serie web, podcast e canzoni. Il provvedimento, motivato da ragioni di sicurezza nazionale, è inserito nel più ampio contesto delle crescenti tensioni bilaterali.
Censura estesa e profili oscurati
Non è la prima volta che l’India interviene pesantemente sulle piattaforme digitali. Nei giorni scorsi sono stati bloccati i profili social di importanti figure politiche pakistane, tra cui Imran Khan, ex primo ministro; Bilawal Bhutto Zardari, ex ministro degli Esteri; il ministro della Difesa Khawaja Asif.
Inoltre, 16 canali YouTube pachistani, tra cui le emittenti Geo News, Dawn, Ary News e Samaa TV, sono stati oscurati per la presunta diffusione di contenuti sensibili. Colpiti anche profili di giornalisti noti come Asma Shirazi e Muneeb Farooq, oltre agli account di attori e influencer come Mahira Khan e Ali Zafar.
Tensione militare: scontri, raid e vittime civili
Mentre prosegue la stretta digitale, sul terreno la situazione è drammaticamente peggiorata. Secondo fonti della BSF indiana, sette miliziani del gruppo Jaish-e-Mohammad (JeM) sarebbero stati uccisi nella notte durante un tentativo di infiltrazione nel settore di Samba, nel territorio conteso del Jammu e Kashmir.
Sempre secondo l’esercito indiano, si sono verificati numerosi attacchi con droni e violazioni del cessate il fuoco lungo la Linea di Controllo (LoC). Droni e missili sarebbero stati lanciati contro obiettivi strategici in Jammu, Pathankot, Udhampur e Jaisalmer, colpendo anche l’aeroporto di Jammu, e le località di Samba e Ranbir Singh Pora.
In risposta, due droni pakistani sono stati abbattuti. Secondo Nuova Delhi, le postazioni nemiche di Dhandar, controllate dai Pakistan Rangers, sono state gravemente danneggiate.
Vittime civili nel Kashmir pachistano
Le autorità pachistane hanno riferito che quattro civili, tra cui una bambina di due anni, sono morti durante un bombardamento indiano notturno nel Kashmir amministrato dal Pakistan, e altri dodici sono rimasti feriti. Le zone colpite sarebbero state esclusivamente aree residenziali.