La destra ha approfittato del caos per rendere la crisi irreversibile. E Gelmini lascia Fi

Sfruttando l’assist del Movimento 5 Stelle, che di fatto ha aperto la crisi del governo Draghi, il centrodestra ha deciso di passare all’incasso e di chiudere l’esperienza a palazzo Chigi dell’ex presidente della Bce.

Lega e Forza Italia hanno impresso l’accelerazione finale alla crisi parlamentare, allineandosi di fatto alle posizioni espresse fin dal principio da Fdi di Giorgia Meloni. I due partiti hanno deciso di non partecipare al voto finale sulla fiducia alla mozione Casini, che chiedeva tout court di proseguire l’esperienza di governo di Mario Draghi con la stessa maggioranza, affossando ogni possibilità di mediazione. Una posizione che, paradossalmente, è stata identica a quella assunta dal Movimento 5 Stelle che era finito sotto il fuoco di fila del centrodestra dopo l’apertura della crisi.

Che l’aria fosse cambiata a palazzo Madama si è capito durante il dibattito seguito alle dichiarazioni di Mario Draghi.

Dichiarazioni con le quali il premier non aveva risparmiato le critiche ai partiti della sua maggioranza e a quelli del centrodestra in particolare.

Dichiarazioni che non sono andate per niente giù a Matteo Salvini che ha immediatamente riunito i suoi e cambiato la strategia d’aula, come si è avuto modo di constatare attraverso le dichiarazioni del capogruppo Massimiliano Romeo.

«Prendendo atto che il M5S è fuori, a questo punto si prenda atto che è nata una nuova maggioranza che è quella del 14 di luglio - ha detto Romeo -.

Allora serve ricostruire un nuovo patto. Certo, ci siamo, ma significa nuova maggioranza e serve ricostruire un nuovo governo».

La presa di posizione della Lega fa capire che il vento è cambiato e che il centrodestra ha deciso di portare la crisi alle estreme conseguenze scegliendo le urne con i sondaggi a favore. La sensazione è stata poi confermata dall’intervento per Forza Italia di Maurizio Gasparri che ha uniformato la posizione degli azzurri a quella del Carroccio su input di Berlusconi che ha monitorato la crisi in costante confronto con Matteo Salvini e Maurizio Lupi da Villa Grande. «Un nuovo patto di fiducia vuol dire discontinuità con il governo precedente. - ha detto Gasparri -. Non siamo qui per sapere se a Casalino rinnovano il contratto o se pagano i 300mila euro del blog di Grillo. Noi non ci stiamo alle pagliacciate, cari senatori di M5S. Vogliamo la discontinuità rispetto alle sceneggiate».

A questo punto il cambio di scenario è evidente e diventa concretissimo nel momento in cui la Lega decide di depositare una mozione, sottoscritta poi anche da Fi e Fdi, con la quale si chiede un governo Draghi bis con una nuova maggioranza, senza il M5S, e con nuovi ministri, mentre, in parallelo, Pierferdinando Casini deposita la mozione per ribadire la fiducia a Draghi.

La fine del governo Draghi è segnata, come si capisce dal viso del premier durante la sua replica ai partiti e dalla scelta di chiedere la fiducia sulla mozione Casini, lasciando cadere nel vuoto quella del centrodestra.

Gongola Fdi, durante le dichiarazioni di voto, tramite Luca Ciriani che ha rivendicato la coerenza della linea politica di Giorgia Meloni, contraria fin dalla nascita dell’esecutivo guidato da Draghi e che non vede l’ora di tornare alle urne per sfruttare le percentuali di consenso altissime che tutti gli istituti di sondaggi gli attribuiscono. Berlusconi e Salvini, invece, hanno preferito correre il rischio di uno strapotere Meloni pur di mantenere intatta la coalizione e vincere le prossime elezioni.

Le ripercussioni della fine del governo Draghi saranno, però, da valutare con attenzione nei prossimi giorni. Lo scontro tra i governisti di Lega e Fi con la maggioranza dei parlamentari dei due partiti favorevole invece alla rottura potrebbe lasciare pesanti strascichi. Il primo è arrivato, mentre ancora era in corso la chiama per la votazione a palazzo Madama.

Maria Stella Gelmini, ministro per gli Affari Regionali, ha annunciato il suo addio a Forza Italia. «Lascio il partito, ha voltato le spalle agli italiani.

Oggi si doveva stare con Draghi senza se e senza ma. Il centrodestra è riuscito a togliere la responsabilità della crisi a Conte. Forza Italia ha definitivamente voltato le spalle agli italiani, alle famiglie, alle imprese, ai ceti produttivi e alla sua storia, e ha ceduto lo scettro a Matteo Salvini».