KIEV AVANZA GRAZIE AI MISSILI HIMARS FORNITI DA WASHINGTON

Dopo quasi sei mesi di guerra in Ucraina la situazione rimane incerta: se e vero che i russi controllano gran parte delle regioni a sud ed est ( il Donbass), e altrettanto vero che l'esercito di Kiev sta dando vita ad un'offensiva mirata a riconquistare la regione dove si trova il centro urbano di Kherson. Una delle più massicce dallo scorso 24 febbraio.

La città cadde in mani russe all'inizio del conflitto, un successo strategico importante che faceva presagire ad un esito rapido della cosiddetta operazione speciale. Kherson si trova a ovest del fiume Dnipro e rappresenta un punto fondamentale per le linee di rifornimento dei soldati di Mosca.

All'inizio di questo mese, il vice primo ministro ucraino Iryna Vereshchuk aveva esortato i residenti a evacuare la città il prima possibile per evitare di rimanere intrappolati durante la controffensiva annunciata da settimane.

Ad essere presi di mira dai bombardamenti ucraini con i razzi Himars, forniti dagli Stati Uniti, sono gli attraversamenti fluviali, tra questi il ponte Daryivskyi sul fiume Inhulets, un affluente del Dnipro. L'arrivo in Ucraina dei primi Himars, sofisticati lanciarazzi multipli mobili forniti dagli americani, ha già cambiato i giochi sul terreno della guerra. Ma Kiev ne vorrebbe almeno un centinaio, magari dotati di munizioni a gittata più lunga, come gli Atacms ( Army Tactical Missile System) che possono raggiungere obiettivi a 300 km di distanza Ma ora la battaglia si sta concentrando intorno il assaggio di Antonivskyi.

Secondo l'intelligence britannica se ' gli attraversamenti fossero impediti le forze russe a Kherson sarebbero tagliate fuori' favorendo la “riconquista” ucraina della città..

Il viadotto attualmente è ancora in piedi anche se pesantemente danneggiato dai colpi di artiglieria. Il ponte è lungo 1,4 chilometri, sebbene fosse stato chiuso ai camion era rimasto aperto ai veicoli passeggeri almeno fino all'attacco sferrato martedì sera.

L'unica alternativa per i russi sarebbe una diga presso la centrale idroelettrica di Kakhovka, anch'essa colpita dal fuoco ucraino la scorsa settimana.

Non stupisce che Kiev consideri questi combattimenti come cruciali e non solo dal punto di vista militare ma anche da quello politico e della stessa integrità territoriale dell’Ucraina.

Sulla falsariga di quanto fatto in Crimea, la Russia a Kherson infatti sta portando avanti il tentativo per un referendum sull'adesione alla Federazione, la relativa facilità con cui era caduta la città e stata dunque una sconfitta pericolosa per l’esercito ucraino e ha portato lunedì scorso al licenziamento del direttore del servizio di sicurezza ucraino ( SBU), Ivan Bakanov, colpevole proprio di non aver distrutto i ponti che conducono alla città facilitando così l’entrata dell’armata russa..

Intanto almeno uno spiraglio, anche se non si tratta di un avvenimento che lascia presagire un rallentamento delle ostilità, è laccordo sul grano, lo sblocco dei porti ucraini di Odessa, Chornomorsk e Pivdenny sul Mar Nero.

La notizia è stata riferita dalla marina militare di Kiev che ha parlato di una ' formazione di una carovana' che accompagnerà la nave guida.

L'intesa è stata possibile grazie alla mediazione turca anche se non è stata specificata la data per la partenza del primo convoglio.

I passi in avanti però sono evidenti visto che ieri si è svolta a Istanbul la cerimonia di inaugurazione del centro di coordinamento che dovrà dirigere le operazioni in sicurezza.

I turchi si sono mostrati molto ottimisti, il ministro degli Esteri di Ankara, Mevlut Cavusoglu, ha descritto l'accordo come la possibilità per aumentare ' le chances di un negoziato per il cessate il fuoco'.

Ma Cavusoglu ha parlato anche di ' Paesi che vogliono che questa guerra si prolunghi per indebolire la Russia e si sono anche opposti all'accordo per il grano, non si rendono conto della situazione dell'\ Ucraina e dei danni che derivano per tutto il mondo'.

Un chiaro e poco rassicurante messaggio rivolto agli alleatri occidentali.