Ha undici anni la testimone chiave dell'orrore. "Titò le stava addosso. Lei lo ha preso a calci e poi lui l'ha gettata giù", ha raccontato la bimba, amica della vittima. Per gli inquirenti la sua testimonianza, resa grazie all'aiuto di una psicologa, presenta  "elementi assolutamente illuminanti ed inoppugnabili".C'è un arresto, per la morte della piccola Fortuna Loffredo, 6 anni, morta due anni fa in circostanze mai chiarite a Caivano, nella periferia di Napoli. A carico del presunto assassino pendono accuse pesantissime: violenza sessuale su minore e omicidio. La piccola è stata gettata dall'ottavo piano di una palazzina nel napoletano perchè - sospettano gli inquirenti - si era rifiutata di subire l'ennesima violenza. L'uomo, compagno della madre della migliore amica di Fortuna, avrebbe abusato di lei da tempo.L'inchiesta è stata condotta per due anni in un clima di omertà, che ha protetto l'indagato. "Gli adulti ostacolavano le indagini, i piccoli hanno permesso una svolta" ha detto il procuratore aggiunto di Napoli nord, Domenico Airoma, che ha coordinato l'inchiesta. Airoma ha parlato di "omertosa indifferenza e colpevole connivenza" riscontrate da parte degli adulti.L'uomo era già in carcere, insieme alla compagna, dal novembre 2015: i due erano stati fermati con l'accusa di violenza sessuale sulla loro figlioletta di 3 anni. La presunta rete di pedofiliAnche un altro bambino di 3 anni è morto il 28 aprile 2013, precipitando anche lui dal balcone dello stesso palazzo del parco Verde di Caivano in cui morì un anno dopo Fortuna Loffredo.Dall'inizio il sospetto della Procura e' che Fortuna Loffredo fosse rimasta coinvolta in un giro di pedofilia, del quale forse anche altri bambini del Parco Verde sono vittime. Nel corso delle indagini gli inquirenti hanno infatti accertato che anche altri quattro minori erano stati vittime di violenze.La madre di Fortuna, Domenica Guardato, ha sempre accusato le persone che abitano nell'edificio: "Il mostro è nel nostro palazzo, è impossibile che nessuno abbia visto. Chi sa parli". Oggi dice: "Da una parte sono contenta perché ho avuto giustizia, dall'altro dico che quei due devono marcire in carcere perché hanno ammazzato mia figlia". E anche alla compagna dell'uomo, sua vicina di casa, dice: "Voglio guardarvi in faccia per capire perché lo avete fatto".Dopo l'arresto, la casa dei parenti del presunto assassino è stata incendiata con una molotov. Dentro vive ancora la compagna di lui, agli arresti domiciliari, che probabilmente verrà trasferita da altri conoscenti.