COVID E ILLECITI

ALESSANDRO PARROTTA

AVVOCATO, DIRETTORE ISPEG

Come ogni anno da qualche tempo, il 9 dicembre viene celebrata la Giornata internazionale contro la corruzione. Un evento istituito in seno alle Nazioni unite per monitorare, aggiornandola, la situazione relativa alla lotta contro quello che è stato definito il male del secolo.

Tuttavia, vista l’odierna situazione, a differenza degli altri anni, l’analisi del fenomeno corruttivo dovrà necessariamente essere accompagnata da una riflessione in ordine agli effetti che l’attuale pandemia ha provocato.

E infatti risulta noto come la corruzione, quale condotta delittuosa, trova terreno maggiormente fertile proprio in tempi di crisi. In particolare, in contesti di forte incertezza, aumentano i rischi legati all’illecito utilizzo del danaro. È fatto di cronaca il proliferarsi di vicende legate a prestiti usurari, di patti scellerati per la partecipazione a gare nel mondo sanitario e simili.

In altre parole, le risorse messe a disposizione dai vari governi potrebbero fungere da veicolo per favorire gli interessi personali, e all’esordio della cosiddetta fase 3, che dovrebbe portare alla graduale ripartenza e alla riapertura delle attività, tra le misure di contenimento, il rischio di contagio e l’alterazione del mercato ( con un aumento della domanda esponenziale in alcuni settori) si apre un vero e proprio reparto giuridico- oncologico.

Ed è proprio su questo aspetto che si è concentrata la relazione di sintesi e aggiornamento redatta in vista della celebrazione della giornata: il segretario generale delle Nazioni unite, António Guterres, ha infatti precisato come l’attenzione per prevenire e reprimere il fenomeno corruttivo in questo momento debba essere ancora più alta, proprio perché da un lato i governi possono agire in maniera snella, senza verificare i fornitori o determinare prezzi equi, e dall’altro lato si può verificare il rischio che i venditori si prestino alla diffusione di prodotti difettosi o farmaci contraffatti, a fronte di un profitto illecito.

Dunque, a un aumento della domanda e delle risorse, si verifica consequenzialmente un aumento del rischio corruttivo.

I punti rilevanti a questi fini sono essenzialmente tre: le Autorità, o anche enti privati mediante le loro donazioni, hanno immesso nel sistema sanitario quantità di denaro. Inoltre, si è verificata la necessità di compiere dei lavori nel più breve tempo possibile: da ciò consegue un – apparentemente – minore sistema di controlli. Infine, si sono verificate nuove situazioni di necessità per alcune persone. Ecco che, nel concreto, questi tre elementi possono essere, quindi, oggetto di strumentalizzazioni.

Prendendo ad esempio il caso italiano, non aveva stupito la notizia emersa a pochi giorni dall’esplosione dell’epidemia in ordine ai due arresti in flagranza per corruzione in occorrenza dello svolgimento di un appalto nel settore delle pulizie, in un comune del Nord Italia, territorio tra i più colpiti dall’emergenza sanitaria. In particolare, il caso riguardava una trattativa illecita a cui avrebbe preso parte un dipendente dell’amministrazione cittadina per l’affidamento dell’attività di sanificazione e disinfezione di immobili di proprietà del Comune, alla luce, proprio, dell’attuale emergenza sanitaria.

Questa circostanza nasceva dalla necessità per i Comuni di adottare misure di sanificazione; come detto, la domanda e il bisogno di un certo servizio aumentano e vi è chi può approfittarne. Potrebbe essere solo un caso tra tanti: per tali ragioni, oltreché tenere, giustamente, alta l’attenzione sulle misure e sui numeri dei contagi, occorre fare luce anche su tutti questi aspetti forieri di possibili illeciti da parte di chi vuole trarne vantaggio, legati alla situazione di crisi che un Paese come l’Italia sta attraversando.

In concreto, per tornare al punto centrale, ovvero all’analisi dell’odierno stato della lotta alla corruzione con particolare riguardo all’attuale situazione, per contrastare questi fenomeni la medicina è la medesima che si dovrebbe usare in generale per ridurre il numero dei reati: l’arma migliore a disposizione delle Autorità ma soprattutto degli enti pubblici, in occorrenza dei quali il rischio di corruzione è elevato, per evitare la configurazione di illeciti penali, è l’adozione di idonei sistemi di prevenzione.

In tale ottica, assume – anche a livello internazionale – quindi ancora una volta rilevanza la trasparenza nella gestione delle procedure. Sul punto, occorre nuovamente richiamare l’assoluta importanza dell’adozione di un modello organizzativo gestionale ex D. lgs. 231/ 01 per tutte le imprese e gli enti pubblici al fine di regolarizzare e porre sotto una lente d’ingrandimento tutti i protocolli. Solo lungo una strada simile si può evitare la configurazione anche dei delitti di corruzione. Non a caso, a livello internazionale, è stata varata una Iso, uno standard, sotto la dicitura 37001 per conferire alle imprese strumenti tangibili di lotta alla corruzione.

IL SEGRETARIO GENERALE DELLE NAZIONI UNITE A. MANUEL DE OLIVEIRA GUTERRES FRANCESCO AMMENDOLA