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L’IMPIANTO ERA RIMASTO COLPITO PIÙ VOLTE NEL CORSO DELLA GUERRA
Al via la missione per mettere al sicuro la centrale La guerra infuria nelle regioni a sud dell’Ucraina
«Dobbiamo proteggere la sicurezza della più grande struttura nucleare dell'Ucraina e dell'Europa», con questo intento annunciato dal direttore dell'Aiea ( Agenzia internazionale per l'energia atomica) Rafael Grossi e arrivata a Kiev ieri la missione di esperti e tecnici che da oggi iniziera la sua missione alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, l'ispezione si concluderà sabato prossimo e si dovrà testare lo stato dell'impianto al centro di violenti combattimento tra russi ed ucraini.
La centrale è la più grande dell'Ucraina e anche di tutta l’Europa e produce energia elettrica per quasi tutto il paese, a marzo è stata occupata dai soldati di Mosca anche se è rimasta in funzione.
La preoccupazione del team internazionale è che eventuali colpi di artiglieria o missili sparati da entrambe le parti possano provocare un disastro di proporzioni enormi mettendo in pericolo lo stesso territorio europeo.
Attualmente, almeno dalle poche notizie arrivate, il livello delle radiazioni nella centrale nucleare sembra essere rimasto normale ma permane il timore per alcuni danni registrati nei giorni scorsi. In particolare per un colpo che ha interessato il tetto del reattore.
A questo proposito le due parti in conflitto si accusano a vicenda da giorni, a cominciare da Mosca secondo cui l intensita dei bombardamenti ucraini sarebbe aumentata del 70% intorno all’ area dell’impianto.
Ieri, sempre secondo i russi, si sono verificate due esplosioni nei pressi di un edificio dove è immagazzinato il combustibile. Con queste azioni gli ucraini vorrebbero sabotare la missione dell'Aiea, un accusa immediatamente respinta da Kiev attraverso il governatore della regione Oleksandr Starukh, che ha ribaltato la versione russa aggiungendo: «Ricostruiremo tutto, lo renderemo ancora migliore».
In sede Ue comunque la paura cresce, e va vista probabilmente in questo senso la decisione di donare a Kiev 5,5 milioni di compresse di ioduro di potassio ' come misura di sicurezza preventiva contro le radiazioni e per aumentare il livello di protezione intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia'. per il commissario per la gestione delle crisi, Janez Lenarcic: ' nessuna centrale nucleare dovrebbe mai essere utilizzata come teatro di guerra. È inaccettabile che le vite dei civili siano messe in pericolo. Tutte le azioni militari intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia devono cessare immediatamente'.
Ma a tenere banco è un' altra notizia proveniente direttamente dal campo di battaglia e che riguarda la controffensiva scatenata dall'Ucraina nella zona di Kherson, nel sud del paese.
La città ricopre una grande importanza strategica in quanto costituisce un ponte per accedere alla regione che si affaccia sul mar Nero.
Catturata all'inizio della guerra dai russi ora invece si trova al centro di pesanti combattimenti per la sua riconquista. Guerra guerreggiata a tutti gli effetti. L'esercito ucraino afferma di aver distrutto i principali punti di controllo russi, e in particolare armi e magazzini, sfondando le linee di difesa russe in più punti.
Il dipartimento di Stato degli Stati Uniti afferma di non poter confermare l'inizio della controffensiva, ma riferisce da alcuni giorni di un forte aumento dell'attività militare nell'area.
Il consigliere presidenziale di Zelensky, Oleksiy Arestovych, ha comunque sottolineato che si tratta di «una lenta operazione pianificata per schiacciare il nemico, ma allo stesso tempo concepita per rischiare il meno possibile la vita di militari e civili ucraini».
Mosca starebbe al contempo riorganizzando il proprio schieramento facendo affluire un gran numero di forze fresche attraverso convogli che viaggiano su gomma lungo il confine.
Anche in questo caso la guerra si gioca sulla propaganda incrociata.
Se Kiev esorta ad avere pazienza certa che l'operazione si concluderà con la bandiera gialloblu issata su Kherson, il Cremlino ha parlato delle «consistenti» perdite subite dagli ucraini.
Secondo quanto riferito dal portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, gli attaccanti avrebbero perso infatti più di 1.200 uomini nelle ultime 24 ore nel tentativo di lanciare un'offensiva nella zona di Mikolayev- Krivoi Rog, a poche decine di chilometri a nord di Kherson, e in altre aree.