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Prorogare lo stato d'emergenza in Italia fino al 31 dicembre. "Per fare in modo che il premier possa ancora emanare, se ne ce fosse bisogno, nuovi Dpcm, gli ormai mitologici decreti del presidente del Consiglio che hanno accompagnato gli italiani durante la fase 1 e 2 del coronavirus. La spinta arriva dal Comitato tecnico scientifico e anche al ministero della Salute sono consapevoli che sarà un passaggio necessario". Lo ricostruisce oggi in un ampio articolo 'Il Messaggero', sottolineando che tema è stato sollevato durante gli ultimi vertici a Palazzo Chigi con i capidelegazione. L'attuale stato di emergenza, proclamato lo scorso 31 gennaio, scade, o meglio termina, il 31 luglio. E dunque l'esecutivo a breve dovrà prendere una decisione. E lo conferma lo stesso premier Conte: "E' una decisione collegiale che prenderemo in Cdm e non voglio anticipare una valutazione, ma faccio una riflessione anticipatoria. Lo stato di emergenza non significa che non teniamo sotto controllo il virus, quindi una eventuale proroga significa che siamo nelle condizioni di continuare ad adottare misure necessarie, anche minimali. Quindi non vi dovrete sorprendere se decisione sara' di prorogare lo stato di emergenza". L'idea, appunto, è quello di prorogarlo almeno fino al prossimo 31 dicembre e visto come sta andando la pandemia - sia in Italia dove comunque siamo lontano dall'obiettivo di zero casi sia nel resto del mondo, dove la situazione si sta aggravando - non sembrano esservi alternative. Si tratta di un scenario che vede favorevole il M5S, a partire dal dicastero della scuola guidato da Lucia Azzolina, fino al Partito democratico. Più tiepida Italia Viva, che però davanti a ragioni sanitarie difficilmente si metterà di traverso. La decisione potrebbe essere anticipata dal premier Conte ai leader del centrodestra che la settimana prossima andranno a fargli visita per discutere del rilancio del Paese. All'annuncio del presidente del Consiglio, il Partito democratico e Italia viva hanno immediatamente replicato chiedendo un intervento di Conte in Parlamento. "Non si puo' dubitare che l'esecutivo, se ha questo orientamento, abbia solide motivazioni - ha affermato Stefano Ceccanti - Per questo motivo ci attendiamo che venga a esporre preventivamente le sue ragioni, anche per raccogliere indirizzi delle Camere, in particolare rispetto alla durata della proroga e alle concrete modalita', dando seguito all'ordine del giorno bipartisan dei componenti del Comitato per la Legislazione accolto ieri". Marco Di Maio, capogruppo di Italia viva in commissione Affari Costituzionali, e' sulla stessa linea: "Se ci sono le condizioni e le necessita' di prorogare il provvedimento fino al 31 dicembre (e non abbiamo motivo di dubitare che sia cosi'), c'e' un dovere che il Presidente del Consiglio ha prima di tutti gli altri: recarsi in Parlamento e confrontarsi sulle ragioni e le modalita'". L'esponente di Iv ha anche chiesto che "il Parlamento venga adeguatamente coinvolto in questa decisione. Non per compiacere i parlamentari, ma perche' in una democrazia rappresentativa come la nostra e' quella la sede in cui fornire queste informazioni"