E' bastata una sola indagine, una macchia montata ad arte dalla stampa per convincere Eugenio Gaudio a rinunciare all'incarico di commissario della sanità calabrese. Ma stavolta la vittima della gogna mediatica non è il diretto interessato - il quale probabilmente vedrà archiviata la sua posizione di indagato nel giro di qualche giorno. No, la vera vittima è il popolo calabrese e la sua disastrata sanità. Gaudio, già rettore dell'Università La Sapienza e autore di più di 500 pubblicazioni sulle più note riviste scientifiche del mondo, sarebbe stato il primo medico a prendere in mano il sistema sanitario calabrese dopo decenni di gestione (disastrosa) affidata a generali della finanza e dei carabinieri. Risultato: record di morti per malasanità, strutture fatiscenti e immigrazione sanitaria tra le più alte d'Europa. Come dimenticare la tragica e incredibile storia di Federica Monteleone, la ragazza 17enne morta nel corso di un’operazione di appendicite per un banalissimo blackout e l’assenza di un semplice generatore di corrente? E così i calabresi vanno a farsi curare in Lombardia o nel Lazio pur di non rischiare la pelle. E c'è da capirli. Insomma, Gaudio, crocifisso dalla stampa e dalla politica, sarebbe stato il primo commissario alla sanità degno di questo nome. Ma la stampa “scandalistica”, e qualche politico, ha preferito spulciare nei polverosi casellari giudiziari presentando un’indagine come fosse una sentenza di condanna piuttosto che valutare la sua indiscutibile preparazione professionale. E la Calabria ringrazia...