ALESSIA PIPERNO NEL PAESE PER TURISMO FINISCE IN MANETTE NESSUNO SA PERCHÉ

Avolte li fanno passare per spie in un crescendo kafkiano da incubo, oppure per agitatori e agitatrici, agenti provocatori, accuse posticce e strumentali che in Iran ti costano la galera dura, Se sei straniero poi diventi anche merce di scambio per ottenere lauti riscatt icome ha teorizzato una volta Mohsen Rezai, consigliere economico del presidente Raisi, per il quale «con l’arresto di duecento occidentali all’anno potremmo portare miliardi di dollari nelle casse dello Stato e risollevare l’economia del Paese». Sembra quasi una battutta ma il regime degli ayatollah è una miscela di intolleranza politica e cinismo. che emerge in modo lampante nei periodi di crisi e conflitti sociali, come quello che sta vivendo in queste settimane la repubblica sciita, scossa da una potente ondata di contestazione da parte delle donne che scendono in piazza per sfidare il potere.

Èd è in questa morsa che è finita Alessia Piperno, la giovane turista romana arrestata tre giorni fa in Iran mentre stava festeggiando il suo trentesimo compleanno. Ha potuto contattare la sua famiglia solo ieri mattina, «in lacrime e disperata» come ha spiegato il padre anche perché nessuno sa di cosa sia accusata né la famiglia, né l’ambasciata italiana a Teheran, un’altra odiosa consuetudine del sistema giudiziario iraniano che mantiene le persone in cella per lunghissimi periodi senza capi di imputazione ufficiali. Di sicurio Alessia Piperno non è un attivista per i diritti civili, non appartiene a gruppi femministi e non è andata in Iran per motivazioni politiche.

Certo, nel suo profilo Instagram esprime il suo sostegno al movimento delle donne e questo sarà stato senza dubbio appuntato dalla polizia politica, ma nei venti giorni in cui è stata in Iran non sembra abbia partecipato a manifestazioni di piazza o a iniziative dei contestatori.

Le proteste sono scoppiate quando Alessia Piperno era già neo paese, ma lei era consapevole che la situazione si stava facendo pesante e rischiosa come scrive nel suo ultimo post su Instagram.

Sono infatti una decina i cittadini stranieri arrestati dalle utorità iraniane da quando migliaia donne sono scese in piazza chiedendo giustizia per Masha Amini, la 22enne di origine curda feramta dalla polizia religiosa perché non indossava il velo in modo corretto e poi morte tre giorni dopo in circostanze misteriose.

Invece di fare un passo indietro e di rimuovere i responsabili il regim e le forze di sicurezza hanno reagito con il pugno di ferro. caricando i cortei brutalmente e sparando ad altezza d’uomo. Sono infatti almeno 80 le vittime delle violenze, tutte tra i e le menifestanti, oltre 300 invece le persone arrestate. Amnesty international denuncia torture, abusi nei confronti dei contestatori e soprattutto l’esplicità volontà di reprimere nel sangue qualasiasi manifestazione ostile al governo.

Il ministero della giustizia di Teheran fa sapere che nelle patrie galere ci sono al momento nove cittadini stranieri provenienti da Germania, Polonia, Italia, Francia, Paesi Bassi, Svezia.

La Franesina sta lavorando con la nostra rappresentanza diplomatica per ottenere informazioni sulla sorte di Alessia Piperno, ma è ormai chiaro che per il regime gli stranieri sono pedine molto preziose,