Leggendo la riflessione apparsa sul Foglio a firma di Umberto Ranieri, storico esponente migliorista del Pci, si ha l’impressione che molti cervelli onesti e ben pensanti siano da molto tempo inascoltati dai leader politici.

Alla sua lucida analisi, che in sintesi mette in guardia dal tentativo nientedimeno che di formare un nuovo governo frutto di un’alleanza fra Pd e M5S, allargato persino a ciò che resta di Forza Italia, io aggiungerei altre annotazioni a conferma della sua tesi.

Salvini – come scrive Ranieri – non lo si combatte invocando ammucchiate parlamentari, verso cui è cresciuta la diffidenza dei cittadini ben al di là dei loro meriti o demeriti. Né stabilendo un’intesa di governo con chi ha le medesime responsabilità della Lega per il punto in cui è giunta la situazione del Paese.

Si può forse preparare un'alternativa alla dominante cultura sovranista e populista della destra italiana e internazionale, sapendo prima di tutto che le cause che hanno dato vita a questa cultura e ai nuovi soggetti politici che da essa originano non sono ancora state minimamente affrontate e aggredite.

L’analisi della struttura economica e sociale della società – Ranieri lo sa bene – è un’altra lezione importante della statura politica e intellettuale di Togliatti. L’emergere di una sfida sovranista nelle società più sviluppate risiede innanzitutto nello sprofondamento del ceto medio, nella difesa di identità comunitarie minacciate dalla globalizzazione – un fenomeno che non si può ignorare né sottovalutare – e, infine, nella nuova realtà digitale che condiziona fortemente le preferenze politiche.

A tutto ciò, si aggiunge, come anomalia specificatamente italiana, una perdurante debolezza istituzionale, la sparizione della struttura dei grandi partiti di massa e una cultura che da decenni degenera verso forme di degrado e di inciviltà davvero preoccupanti.

Questi fattori continueranno ad alimentare per molto tempo una piattaforma di destra illiberale, se non si manifesta un'alternativa liberale e riformatrice davvero credibile e con-vin-cente.

Vorrei tanto sbagliarmi, ma temo che un governicchio in funzione anti Salvini e con l'obiettivo neppure tanto nascosto di preparare la successione di Mattarella, in barba agli umori profondi della società, finisca per gonfiare ancor di più l'onda sovranista e a preparare una sconfitta ancor più lancinante delle forze democratiche.