Si è aperta ieri a Bergamo l’Assemblea nazionale dell’Unione nazionale delle Camere civili ( Uncc), che quest’anno ha scelto come tema “L’avvocato nella crisi e nel rilancio dell’impresa”.

«Abbiamo deciso di dedicare l’assemblea plenaria di quest’anno», ha dichiarato l’avvocato Antonio de Notaristefani, presidente dell’Uncc, «al ruolo dell’avvocato nella crisi aziendali: dal 2016 ad oggi, il ministero dello Sviluppo economico ha affrontato più di 150 crisi aziendali, di cui solo il 38 per cento si è concluso positivamente. In questo contesto l’avvocato gioca un ruolo decisivo, affermandosi come punto di incontro tra le istanze portate avanti da istituzioni, imprese, lavoratori e creditori, nel tentativo di recuperare la continuità aziendale».

Obiettivo finale quello di individuare le best practice che aiutino gli operatori ad affrontare situazioni di estrema complessità.

L’Uncc, che riunisce gli avvocati appartenenti alle Camere civili di tutta Italia, intende anche giocare un ruolo importante riguardo la prossima riforma della giustizia voluta dal ministro Alfonso Bonafede. «Siamo in prima linea», prosegue de Notaristefani, «per una riforma che tagli i tempi per arrivare alla sentenza definitiva: chiediamo di essere ascoltati su situazioni che hanno un impatto così forte sulla vita di migliaia di famiglie. E auspichiamo che, oltre ad un taglio netto dei tempi per arrivare alla definizione del giudizio, si proceda a inserire norme che individuino il campo d’azione di chi è chiamato a dirigere le aziende in crisi, definendo il ruolo dell’avvocato in qualità di rappresentante pubblico», ha poi aggiunto de Notaristefani.

Sulla riforma della giustizia è intervenuta anche l’avvocata Rosanna Rovere, componente dell’Organismo congressuale forense ( Ocf): «La legge delega, prevista dal governo per la riforma del processo civile, apre la possibilità di un confronto serio e costruttivo, per il quale è necessario che la classe forense si mostri compatta. Ogni anno», prosegue, «l’eccessiva durata dei processi costa al Paese l’ 1 per cento del Pil, ma soprattutto scoraggia i cittadini, spingendoli a non affidarsi più dal sistema giudiziario. I dati del Censis sono chiari: il 30,7 per cento degli intervistati rinuncia ad avviare azioni legali per la tutela di un proprio diritto a causa dei costi eccessivi, dell’inefficienza e della sfiducia nei confronti della magistratura», ha quindi puntualizzato l’avvocata Rovere.

L’assise proseguirà fino a domenica con il bilancio delle iniziative e delle attività svolte dall’Uncc nell’ultimo anno.