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Pittelli
L'avvocato Giancarlo Pittelli da oltre due anni si trova rinchiuso nelle patrie galere e da qualche settimana rifiuta il cibo per protesta contro una detenzione da Lui ritenuta ingiusta e lesiva delle garanzie costituzionali. Ovviamente non so se Pittelli sia colpevole o innocente. Nessuno lo può sapere se non dopo un giusto processo ed una sentenza definitiva. Quello in corso non sembra un processo giusto. Nasce da un discutibile blitz con un mezzo migliaio di arrestati, che hanno impegnato tremila carabinieri ed ingenti risorse e procede dando la netta sensazione di essere egemonizzato dal ruolo soverchiante della Procura di Catanzaro che gode di un particolare sostegno da parte della grande stampa. Nella strategia della Procura, Pittelli è un tassello fondamentale. Senza l'avvocato di Catanzaro il processo sarebbe privo dell'ingrediente “piccante” che tanto piace a gran parte della stampa ed ai tanti cittadini alla spasmodica e costante ricerca di un colpevole che faccia “giustizia” in loro nome. A nessuno interesserebbe più di tanto un processo all'oscura cosca Mancuso. Pittelli è la dimensione “politico- massonica” del processo presentata in maniera tale da calamitare l'odio popolare verso la “casta” che, in Calabria, è particolarmente odiata. E non senza una qualche ragione.
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