Lorenzo Pregliasco, fondatore di Quorum-Youtrend, spiega che nella coalizione di centrosinistra «il Pd trarrà vantaggio da una sorta di effetto traino dettato anche dalla loggia del voto utile» e che sarà molto difficile per Matteo Renzi, rimasto da solo al centro, raggiungere il traguardo del 3 per cento. «Negli ultimi mesi, Italia viva è sempre stata attorno al 2,5 per cento anche nella nostra supermedia dei sondaggi - commenta - Bisogna capire se il suo restare da solo al centro porterà a un effetto di schiacciamento rispetto ai due poli principali o se invece riuscirà a recuperare una parte di voto scontento dalle due coalizione maggiori, magari quello che fa riferimento al cosiddetto “voto moderato”».

Il segretario del Pd, Enrico Letta, si trova a fare i conti con Sinistra italiana e Verdi per la presenza in coalizione di Carlo Calenda: è vero, come dicono gli stessi Letta e Calenda, che senza l’accordo tra dem e Azione il centrodestra avrebbe già vinto?

Non è che la partita si è riaperta con l’accordo tra Letta e Calenda, ma sicuramente se paragoniamo una partita tra una coalizione di centrosinistra senza Azione e +Europa contro il centrodestra e una con i due partiti alleati del Pd, la seconda ha molte chance di essere più equilibrata. Il discorso vale per alcuni collegi uninominali, ma l’alleanza favorirà i partiti anche per quanto riguarda la parte proporzionale. Di conseguenza, possiamo dire che la partita è ora un po’ più aperta, ma il vantaggio del centrodestra rimane senza dubbio importante.

A proposito di proporzionale, quanto in termini di consenso può guadagnare il Pd nel fare da partito trainante della coalizione, avendo attorno tanti partiti piccoli o piccolissimi?

Penso che l’effetto traino avvantaggerà il Pd e sarà dettato anche un po’ dalla logica del cosiddetto “voto utile” e di conseguenza mi aspetto una dinamica di questo tipo per i dem nella coalizione di centrosinistra ma anche per Fratelli d’Italia in quella di centrodestra.

Dopo le polemiche tra Sinistra italiana e Verdi, da una parte, e Pd dall’altra, cosa accadrebbe se i due partiti si staccassero dalla coalizione, magari unendosi al Movimento 5 Stelle?

In questo caso, il centrosinistra potrebbe perdere più o meno gli stessi collegi che avrebbe perso senza l’accordo con Calenda. Il rischio è infatti quello di perdere 14 collegi uninominali, di cui 9 alla Camera e 5 al Senato. Undici di questi finirebbero al centrodestra, mentre tre, tutti in Campania, andrebbero alla nuova coalizione formata da M5S, Si e Verdi.

Per settimane si è parlato di un terzo polo, che in questo momento è rappresentato dal solo Matteo Renzi: pensa che alla fine anche lui potrebbe confluire nella coalizione di centrosinistra o, in caso contrario, quante possibilità ha di raggiungere da solo il 3 per cento?

Non so quali saranno le scelte di Renzi da qui alle elezioni, ma possiamo dire che correndo da solo non sarà semplice raggiungere il traguardo del 3 per cento. Negli ultimi mesi, Italia viva è sempre stata attorno al 2,5 per cento anche nella nostra supermedia dei sondaggi. Bisogna capire se il suo restare da solo al centro porterà a un effetto di schiacciamento rispetto ai due poli principali o se invece riuscirà a recuperare una parte di voto scontento dalle due coalizione maggiori, magari quello che fa riferimento al cosiddetto “voto moderato”. Ma è chiaro che Renzi è una figura molto divisiva, polarizzante e poco amata dall’elettorato.

Come detto il centrodestra parte favorito ma Salvini ieri ha auspicato che si possa votare anche lunedì 26: crede che una bassa affluenza possa sfavorire l’una o l’altra coalizione?

Penso che una bassa affluenza favorirebbe il centrosinistra, quindi la richiesta di Salvini vada letta un po’ in questo senso: partendo da un centrodestra molto favorito il pensiero è che se si vota solo di domenica, a settembre, con una campagna elettorale così breve l’affluenza potrebbe essere più bassa. E un’affluenza più bassa, dal mio punto di vista, probabilmente premierebbe più il centrosinistra che il centrodestra.