LUIGI D’AGATA

«Bisogna superare entro l’anno l’odioso scalone della legge Fornero. Ci confronteremo con tutti, con l'attuale governo Draghi e con il futuro governo dopo le elezioni politiche, per giungere a un risultato concreto prima della fine dell'anno». È questo l’appello lanciato ieri dal Segretario generale della Cisl Luigi Sbarra a Rimini intervenuto al tradizionale Meeting di Comunione e Liberazione.

«Dal 1° gennaio del 2023, superata questa finestra della flessibilità a Quota 102, si ripropone per i lavoratori italiani l'odioso scalone della legge Fornero, che porta l'età del pensionamento per vecchiaia a 67 anni.

Molti sosterranno che cambiare le pensioni impatta con questioni di sostenibilità economica; noi diciamo che c'è anche il tema della sostenibilità sociale», ha ribadito il sindacalista in conferenza stampa, rilanciando la piattaforma sindacale con l’uscita a partire dai 62 anni, o con 41 anni di contributi a prescindere dall'età. Il numero uno della Cisl ha sottolineato che «c’è un salto culturale da fare sulla formazione, che deve diventare un diritto/ dovere soggettivo, ma anche il perno intorno a cui sviluppare politiche istituzionali e contrattuali che riguardano la riqualificazione delle professionalità e una moderna idea di partecipazione. Bisogna capire che occorre investire sui lavoratori, con percorsi di apprendimento continui e che coinvolgano tutti: occupati, disoccupati, cassintegrati, per sviluppare le competenze di base e quelle specialistiche, con uno sforzo particolare su quelle digitali. Non è possibile che mentre la disoccupazione resta altissima, vi siano centinaia di migliaia di posti di fascia medio- alta che restano vacanti e che tante aziende disposte ad investire in innovazione e nuove tecnologie fatichino a trovare persone con qualifiche adeguate».

Per il segretario Sbarra «occorrerà migliorare il reddito di cittadinanza, che ha erogato sussidi di povertà ma ha fallito sul versante della riqualificazione e dell’incrocio domanda- offerta.

Vanno costruiti sistemi territoriali che facciano incontrare domanda e offerta mettendo in osmosi aziende, scuole, centri di formazione accreditati, ITS e università. Il baricentro delle tutele va spostato dal posto di lavoro alla persona, con una rete pubblica e sussidiaria che consenta di affrontare tutte le transizioni lavoro- lavoro e scuola- lavoro. È questo il nucleo di un nuovo Statuto della Persona nel mercato del lavoro su cui oggi vorremmo sentire parlare la politica», ha concluso il leader Cisl.