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Ciao, Marco..."Che ci fai qui? E' presto, non è ancora il tuo momento... ".È Sansonetti, il direttore del "Dubbio", che ha trovato il modo di farmi arrivare qui..."E che volete, coppia di rompicoglioni? Non vedete che sto lavorando? "Che stai facendo? Non hai pace neppure qui?"Per prima cosa c'è da sistemare una questione che si trascina da mille anni, quella del diritto alla ?conoscenza... Lo sai anche tu che per un paio di morsi a una mela è successo un finimondo. Quella mela era il frutto della ?conoscenza, roba proibita. Ecco, bisogna legalizzarla... ".Non molli mai..."Poi c'è da conquistare l'amnistia per quei poveri diavoli. Stanno all'inferno da troppo tempo".Ti batti per loro, anche?"Non sono da solo. Con un paio di pontefici e alcune eminenze abbiamo fondato un comitato... E' il primo passaggio, perchè anche qui c'è un arretrato pazzesco. Con questa storia che vagliano cosa si è fatto in vita nel bene e nel male ci sono cause che si trascinano da anni... ".Ho capito, fai quello che hai sempre fatto..."Qui ?Spes contra spem che voi zucconi radicali non avete mai capito completamente, lo hanno compreso subito. Ci sono ancora resistenze, ma le supereremo... Tu, piuttosto, che vuoi? ".Parlare di quarant'anni fa..."Daje... non te lo perdi, questo vizio, sempre a rimestare di cose passate. E' all'hic et nunc, che bisogna pensare, che è urgente... ".Il passato aiuta a capire il presente e evitare errori per il futuro..."Che cosa c'è di così importante quarant'anni fa? ".Non ricordi? I radicali entrano per la prima volta a Montecitorio..."Ma vedi che andate a rimestare, come se non ci sia di meglio da fare... ".Eravate i magnifici quattro: Adele Faccio ed Emma Bonino, le "pasionarie" della lotta per la legalizzazione dell'aborto; Mauro Mellini e tu, con Fortuna i protagonisti della legge per il divorzio. Già solo per questo, siete storia..."Ecco: mancano i busti al Pincio per i piccioni... ".Chi è nato nel 1985 di queste cose non ne sa nulla..."Forse ne sa più di te, perchè hanno una madre, un padre, dei nonni che queste cose le hanno vissute e gliele raccontano. Comunque se non ne sanno nulla la colpa è di voi giornalisti che queste cose non le raccontate, o le raccontate falsandole".Proviamo a rimediare..."Cosa vuoi rimediare più... il danno è fatto".Quarant'anni fa, in quattro entrate a Montecitorio..."Bisogna fare un paio di passi indietro. Nel 1974 c'è il referendum voluto da Amintore Fanfani e dalla parte piu' conservatrice del Vaticano, per abrogare la legge sul divorzio che noi radicali con Fortuna abbiamo conquistato".Quel referendum a sinistra faceva paura..."Terrore... Il PCI cerca fino all'ultimo di evitarlo, con le proposte più assurde. Pensavano che il loro elettorato avrebbe votato per l'abrogazione. Accade il contrario, una gran parte dell'elettorato democristiano e missino vota per il mantenimento della legge".Vinto il referendum cosa succede?"Succede che avviamo la campagna per altri referendum: legalizzazione dell'aborto, abrogazione del Concordato, abolizione dei reati fascisti nel codice penale... ".Non va bene..."Per alcuni referendum non riusciamo a raccogliere le firme. Per altri sì, ma il Parlamento vara, come nel caso del referendum per abolire i manicomi, delle leggi affrettate e lacunose... ".La legge Basaglia..."La cosiddetta legge Basaglia. Lui per primo dice che non la riconosce, non è la sua. La fanno solo per evitare il referendum. Ma succedono anche altre cose: la Corte Costituzionale, per esempio, su presupposti pretestuosi, falcidia i referendum. È allora che la chiamo "la suprema cupola della mafiosità partitocratica... ".Nel frattempo vengono arrestate Faccio, Bonino, il segretario radicale Gianfranco Spadaccia, e il medico fiorentino Giorgio Conciani..."C'è il CISA, il Centro Informazioni Sterilizzazione Aborto, che aiuta le donne ad abortire senza dover ricorrere alle mammane. Aborto di classe, perchè per le ricche ci sono a disposizione i cosiddetti ?cucchiai d'oro, quelli che la mattina lavorano nelle cliniche cattoliche e il pomeriggio fanno gli aborti clandestini... C'è la delazione, parte dal settimanale "Nuovo Candido" di Giorgio Pisanò, e un magistrato fiorentino, Piercarlo Casini, poi leader del Movimento per la Vita, ordina gli arresti... ".Un boomerang..."Per la prima volta "l'Espresso" si schiera con noi, si raccolgono 800mila firme per abrogare la legge che punisce l'aborto. Poi, per "l'Espresso" arriva la "normalizzazione". Un po' tutti i giornalisti che hanno assunto posizioni radicali se ne vanno, la mano pesante del PCI si fa sentire. Nel 1978 il Parlamento approva la legge 194 che depenalizza l'aborto. Anche quella porta il nome di Fortuna".Due referendum: quello dei cattolici oltranzisti per abrogare la legge; quello radicale, per eliminare le parti limitatrici della legge, e renderla così più "aperta"..."Il PCI, anche in quell'occasione teme di alienarsi il mondo cattolico, fa in modo che la nostra proposta non passi. Per fortuna non passa neppure la proposta abrogativa del Movimento per la Vita".Il 1975 è anche l'anno di elezioni amministrative; per la prima volta il PCI si avvicina moltissimo alla Dc: sfiora il sorpasso.."E il PCI ha paura di questa sua vittoria. Non sa cogliere, o meglio non vuole sfruttare l'occasione... ".C'è un contesto internazionale, i blocchi, l'URSS..."Ma no. Il PCI ha una vocazione storica al compromesso, non è interessato all'alternativa laica, democratica, liberale, socialista".Questo è un discorso che ci puo' portare lontano. Arriviamo al 1976, le elezioni politiche..."Per la prima volta votano anche i diciottenni. Una legge, anche quella, radicale, come quella del nuovo diritto di famiglia. Per la prima volta il Partito Radicale che abbiamo rifondato nel 1966 si presenta alle elezioni politiche. Ce la facciamo per un soffio... ".Alla vigilia del voto vai davanti alla sede del PCI a via delle Botteghe Oscure, porti un fiore e un usciere ti dà un cazzotto..."Una sberla. A quell'usciere dobbiamo quella manciata di voti conquistati a Roma che poi fanno scattare il quorum. Fortebraccio, che in quegli anni è il corsivista principe de "l'Unità" ne fa l'elogio. Ho motivo di credere che i dirigenti del Bottegone gli abbiano fatto una bella lavata di capo, a quell'usciere. E' un po' suo il merito della nostra elezione. Sua e di "Radio Radicale".Già c'era?"Non era l'emittente di oggi, era una radio di fortuna, ma c'era. Ci inventiamo i "fili diretti" con gli ascoltatori: tutti possono chiamare e parlare con noi. Ho fatto fili diretti per ore, a dialogare, incazzarmi, spiegare... Quelle poche centinaia di voti che hanno fatto il quorum si devono anche a quello".Quanti voti racimolaste allora?"L'1,1 per cento, 394.623 voti. A Udine-Belluno-Gorizia-Pordenone non ci presentiamo, per non sottrarre voti a Fortuna candidato del PSI. Tutte le nostre liste sono guidate da donne... Ci inventiamo i deputati supplementi, quelli che devono subentrare a metà legislatura, perchè i quattro eletti assumono l'impegno di dimettersi. Così pero' la forza lavoro raddoppia, siamo in otto, a lavorare. Per prima cosa impariamo a memoria il regolamento della Camera: fondamentale, per poter lavorare, conosciamo a menadito tutti gli articoli, e riusciamo a prendere in contropiede sia i comunisti che i democristiani. Alla fine, disperati, non trovano di meglio che cambiare i regolamenti. Solo così riescono a imbrigliarci un po'".Vi andate a rintanare in alto, nell'angolo a sinistra..."Per tradizione il PCI occupava tutta l'ala sinistra, non voleva che ci fosse nessuno alla sua sinistra. Noi non ci stiamo. Un lungo tira-e-molla, quei banchi non ce li vogliono dare; la cosa si trascina per giorni. Alla fine pero', come testimoniano le fotografie dell'epoca, devono cedere... ".L'inizio di una bella avventura, di una importante pagina di storia politica..."Già, ma allora ci vedevano come fumo negli occhi... Noi radicali ci eravamo proposti di portare in Parlamento una testa di ponte del movimento per i diritti civili che si era affermato nel paese. Per tutti un obiettivo folle, e che abbiamo conseguito nonostante il comportamento di censura della quasi totalità della stampa italiana. In Vaticano non c'era il papa di oggi, e il quotidiano della Santa Sede commenta che la presenza in Parlamento dei radicali e di Democrazia Proletaria, "non potrà non condizionare in maniera negativa la vita politica del Parlamento italiano". I tempi eran quelli... ".Per il PCI eravate come appestati..."Con singoli personaggi i rapporti erano ottimi. Umberto Terracini, per esempio, ha sostenuto tantissime nostre iniziative. A Trieste, e là contava ancora parecchio, il vecchio Vittorio Vidali, con tutto il suo passato stalinista, alla fine si dimostrava più liberale di tanti liberali professionisti... ".I rapporti con Nilde Iotti e Pietro Ingrao presidenti della Camera?"A Ingrao volevo bene. Eravamo all'opposto, polemizzammo ferocemente quando chiuse il Parlamento nei giorni del sequestro Moro, ma ci si stimava, e si parlava con franchezza, e ci si capiva. Con Nilde Iotti c'era rispetto. Era molto compresa nel suo ruolo. Con Giorgio Napolitano, negli ultimi anni abbiamo raggiunto una grande intesa su carceri e giustizia. Anche con Enrico Berlinguer e Luigi Longo i rapporti erano amichevoli, corretti; anche con Achille Occhetto; molto meno con Massimo D'Alema e Walter Veltroni... Certo, con il PCI di polemiche dure e feroci ce ne sono state spesso, fin dai tempi di Togliatti. Ricordo un corsivo su "l'Unità" del 1966, dove venivo additato come persona da cui stare in guardia... ".Cos'avevi mai combinato?"Un'intervista al settimanale di Randolfo Pacciardi nella quale mi esprimevo a favore della repubblica presidenziale modello Stati Uniti, pensa un po'... ".E con i democristiani?Ferocissime polemiche politiche, grande rispetto e ottimi rapporti personali. A Cossiga, dopo l'uccisione di Giorgiana Masi dicevo ogni volta che lo incontravo che gli avrei portato le arance in galera; alla fine da presidente emerito della Repubblica non c'era iniziativa politica radicale a cui non aderisse".Andreotti?"Dico solo che in occasione dei miei ottant'anni mi fa gli auguri dicendo ?Marco anche quando graffia, non lascia rancore". Altri democristiani?"Ricordo con stima e affetto Mino Martinazzoli".Secondo te, chi vi ha votato quella prima volta nel 1976?"Più del 60 per cento del nostro elettorato era concentrato nelle regioni settentrionali. Se vogliamo fare il discorso da destra, gobettiano, è nella ?struttura industriale che troviamo il sentire e il pensare radicale. La borghesia di allora, no: quella che veniva definita la borghesia radicale stava col ?Manifesto, gli intellettuali di sinistra col PCI e i demoproletari, gli altri stanno con i liberaldemocratici. A Roma, secondo le interviste che facevamo, il 60 per cento di elettori proveniva dal PCI, il 20 per cento da socialisti e laici, il rimanente 20 per cento da MSI e DC".Ti accusavano di non aver nulla a che spartire con la sinistra..."Io ho sempre detto di essere un liberale, e il liberalismo è sempre ?terzo stato. Terzo stato, in quegli anni era anche un proletariato che andava sottratto dall'egemonia comunista. Il PCI era giacobinio, noi no".Con il senno di oggi?"Abbiamo dimostrato quanto già allora grande fosse il bisogno della società di potersi esprimere in prima persona in una democrazia diretta, dopo essere stata o soffocata o malissimo rappresentata per tanti anni".Un'ultima cosa: com'è quella storia che di notte vai a casa di Gianni Agnelli a chiedere dei soldi?"Allora: le casse del partito erano al solito più che vuote. Mancano una decina di giorni dalla fine della campagna elettorale, non c'è il becco di un quattrino... Penso a un tentativo che, comunque vada, valuto come politicamente redditizio. Cerco Gianni Agnelli. Sono le 7 di sera. Mi dice che fra due giorni sarà a Roma, e possiamo vederci in questa occasione. No, ho poche ore per sottoporgli un problema: se non può non fa nulla. Riesco a partire per Genova e non per Torino. Arrivo a casa sua verso mezzanotte. Il programma era di trattenermici mezz'ora al massimo. L'avvocato è andato a letto ma nell'ipotesi ch'io arrivassi sono suo ospite per la notte. Così ci vediamo all'alba. Gli spiego la faccenda: prestito di venti giorni, fideiussione in una banca, avvallo di una cambiale... E' imbarazzato. Si consulta al telefono. Capisco con chi e comincio a divertirmi: l'avvocato sa benissimo che sarà sconsigliato. "Certo', mi dice, bisognerebbe trovare qualcuno disposto a "puntare" su di voi; sportivamente, non dico altro. Sa che forse a Roma potrebbe farlo... " "No, avvocato, lo chiedo a lei... ". "Vede, dovrei far risultare l'operazione o sulla contabilità dell'azienda o su quella... Se si venisse a sapere, anche per lei... ". ""A proposito, avvocato, dimenticavo appunto di dirle che per noi, se la cosa si fa, non può che essere pubblica. Quindi non si preoccupi. Non è mica la storia dei quattrocento milioni a Edgardo Sogno... ". A questo punto anche l'imbarazzo va via. "Mi spiace, non posso proprio". E' andata cosi'".Ora in Parlamento non ci sono radicali..."Direi che i risultati sono sotto gli occhi di tutti. E si capisce anche perchè non li vogliono tra i piedi... ".Rimpianti, nostalgie?"Nè gli uni nè gli altri. Fai quel che devi, accada quel che può. Come dico spesso, la forma è la durata delle cose; questo è stato e continua a essere".(Naturalmente, si tratta di una fanta-intervista. Un artificio, se si vuole, per raccontare in maniera "leggera" un momento importante della nostra storia recente: quando Marco Pannella e i radicali sono entrati, nel 1976, la prima volta a Montecitorio, "dentro" ma "fuori" dal Palazzo (come dice uno spot di "Radio Radicale"), che sono riusciti a cambiare un po', senza venirne troppo cambiati. Le risposte che attribuisco a Pannella sono tratte a volte da sue affermazioni pubbliche, altre da ricordi di conversazioni private con lui. Spero che leggendo "l'intervista", ovunque si trovi, ne sorrida divertito. Errori e imprecisioni, è ovvio, sono tutti miei)