«Non è questione di soldi, ma di civiltà: sogno un futuro libero dalla censura»
«La mia filosofia? Espandere la coscienza biologica e digitale per comprendere meglio la natura dell'universo. Ma non è mia intenzione monopolizzare Twitter...». Ecco l'intervista a Elon Musk al Ted Talk dello scorso 14 aprile
Pubblichiamo di seguito un estratto dell'intervista di Chris Anderson a Elon Musk, trasmessa live al Ted Talk dello scorso 14 aprile.
Elon, qualche ora fa ha fatto un’offerta per comprare Twitter. Perché?
Come lo ha saputo?
Un uccellino me lo ha twittato all’orecchio. Perché fare quest’offerta?
Penso che sia molto importante che ci sia un’arena inclusiva per libertà di parola. Twitter ne è diventato, de facto, la piazza principale. Quindi è veramente importante che le persone abbiano sia la percezione, sia la reale possibilità di parlare liberamente all’interno dei confini della legge. Una delle cose che credo che Twitter dovrebbe fare è rendere il suo algoritmo open source e possibili le modifiche ai tweet delle persone. Sia che quest’ultimi siano enfatizzati o edulcorati, ogni azione dovrebbe essere trasparente, cosicché tutti possano vedere come si è agito. In tal modo, non c’è alcuna manipolazione dietro le quinte, sia essa algoritmica o manuale.
Quando abbiamo parlato la settimana scorsa, le ho chiesto se stava pensando di appropriarsene. Lei mi hai risposto: “In alcun modo, non voglio possedere Twitter. È una ricetta per l’infelicità. Tutti mi incolperanno per qualsiasi cosa”. Cosa diavolo è cambiato?
Sì, penso che tutti m’incolperanno comunque per ogni cosa. Se acquisisco Twitter e qualcosa va storto, è colpa mia, al cento per cento.
Sarà deprimente, ma vuole comunque farlo. Perché?
Bhe, spero che non sia troppo deprimente! Penso solo che sia importante per la funzione della democrazia. Lo è per il funzionamento degli Stati Uniti come Paese libero e cosí per altre nazioni, per promuovere davvero la libertà nel mondo e soprattutto negli USA. Penso che il rischio per la civiltà sia inversamente proporzionale alla fiducia verso Twitter come piattaforma pubblica. Lo scopo, aggiungerei, è quello di mantenere quanti più azionisti sia consentito dalla legge avere per una compagnia privata, che credo sia intorno ai 2mila. Di certo, il mio non è il punto di vista di chi vuole monopolizzare o massimizzare la proprietà di Twitter, ma proveremo a portare il maggior numero consentito di azionisti.
Non vuole necessariamente pagare 40 miliardi di dollari - o qualunque cifra sia cash. Vorrebbe che questi soldi venissero con lei nella compagnia.
Oddio, potrei tecnicamente permettermelo. Ma quello che voglio dire è che non si tratta di un modo per fare soldi. È solo che ho una percezione forte e istintiva che mi dice che avere una piattaforma pubblica degna di fiducia e largamente inclusiva è estremamente importante per il futuro della civiltà. Non mi interessa affatto degli aspetti economici.
È bello sentirlo. Non si tratta di economia, ma del bene morale che pensa di poter raggiungere. Si è descritto lei stesso, Elon, come un assolutista della libertà d’espressione. Ciò significa che non c’è letteralmente nulla che le persone non possano dire e che questo vada bene?
Penso che Twitter, o qualsiasi altro forum, sia legato alle leggi del Paese in cui opera. Ovviamente, ci sono delle limitazioni alla libertà di parola negli USA e, certamente, Twitter dovrà attenersi a quelle regole.
Giusto. Quindi non si può incitare le gente alla violenza in modo diretto. Non si può fare l’equivalente di urlare “Al fuoco!” in un cinema, ad esempio.
No, quello sarebbe un crimine. Dovrebbe essere un crimine.
Qui sta la sfida. C’è una sfumata differenza tra incitare direttamente alla violenza - che di certo è illegale - e l’hate speech, le cui forme alle volte vanno bene. Io odio gli spinaci...
Anche se saltati con la besciamella? (ride)
Il problema è questo. Mettiamo che qualcuno scriva il tweet “Odio il politico X”. Il tweet successivo è “Vorrei che il politico X fosse morto”, come molti di noi hanno detto di Putin adesso, per esempio. È un discorso legittimo. Un altro tweet dice “Vorrei che il politico X fosse morto”, con una foto di una pistola puntata alla sua testa, o questo più il suo indirizzo. A un certo punto, credo che qualcuno debba decidere quali di questi tweet vada bene. Può farlo un algoritmo o c’è la necessità del giudizio umano in certi casi?
No, come ho già detto, penso che Twitter dovrebbe rispettare le leggi di ogni Paese e, in realtà, si è già obbligati a farlo. Andando oltre, però, avere poco chiaro chi sta facendo le modifiche e dove, avere tweet misteriosamente promossi o retrocessi senza alcuna comprensione di cosa accada, lasciando che un algoritmo a scatola chiusa promuova delle cose e non altre, ecco, penso che questo possa essere pericoloso.
Pertanto l’idea di aprire l’algoritmo è un’operazione enorme. Penso che molte persone l’accoglierebbero con entusiasmo, di capire esattamente come venga presa una decisione.
E di criticarla. Penso che il codice dovrebbe essere su GitHub (servizio di hosting per progetti software, ndr). Cosí, allora, le persone possono passarlo in rassegna e dire: “C’è un problema qua. Non sono d’accordo con questo”. Possono evidenziare dei problemi, suggerire dei cambiamenti, nella stessa maniera in cui si aggiornano Linux o Signal o simili.
Da quel che capisco, quello che farebbe adesso l’algoritmo, per esempio, è guardare a quante persone hanno segnalato un tweet come offensivo e, a un certo punto, un umano deve darci un’occhiata e prendere una decisione chiedendosi: “Supera il limite o no?”. L’algoritmo in sé non può; non credo che possa ancora distinguere la differenza tra legale, giusto e certamente offensivo. La questione è: quali umani prendono questa decisione? Ne ha un’idea? Adesso, Twitter, Facebook e altri hanno assunto migliaia di persone per provare prendere decisioni sagge e il guaio è che nessuno sa mettersi d’accordo su cos’è saggio. Come si può risolvere questa situazione?
Penso che, nel dubbio, lasceremmo che quell’intervento rimanga, che continui a esistere. Se ci si trova in un’area grigia, direi di lasciare che il tweet esista. Ma ovviamente nel caso in cui magari ci sia un’accesa controversia, credo che non si debba necessariamente promuovere un tweet. Non dico che ho tutte le risposte in tasca, però credo solo che vogliamo essere riluttanti a rimuovere le cose e molto cauti con i divieti permanenti. Penso che i time out siano meglio che le messe al bando permanenti. Ma in generale, come ho detto, non sarà perfetto, ma penso che vogliamo la percezione e una realtà dove si possa avere la maggiore libertà d’espressione possibile. E un buon segno che ci sia libertà di parola è che qualcuno che non ti piace possa dire qualcosa che non ti piace. E se questo è il caso, allora abbiamo la libertà di parola. Ed è una cosa dannatamente noiosa quando qualcuno che non ti piace dice qualcosa che non ti piace. Quello è il segno di una situazione di libertà d’espressione funzionante e in salute.
Penso che molte persone sarebbero d’accordo con quello che ha detto. Guardando alle reazioni online, in molti sono entusiasti del suo ingresso in campo e dei cambiamenti che propone. Altri, invece, inorridiscono. Ecco come la vedono, dicono: “Aspetta, siamo d’accordo che Twitter sia una piazza incredibilmente importante, in cui il mondo scambia opinioni su questioni di vita e di morte. Come diavolo potrebbe essere posseduto dalla persona più ricca al mondo? Non può essere giusto”. Cosa risponde? C’è una maniera chiara e netta, che sia convincente per le persone, per distanziarla dall’effettivo processo decisionale che incide sui contenuti?
Come dicevo, penso che sia importante che l’algoritmo diventi open source e che ogni aggiustamento manuale sia identificato. Cosí, se qualcuno intervenisse in qualche modo su un tweet, ci sarebbero delle informazioni allegate a mostrare che qualcuno ha agito. E io non sarei personalmente coinvolto nella revisione dei tweet. Ma voi saprete se qualcosa è stato fatto per promuovere, retrocedere o influenzare in altro modo un tweet. Riguardo la proprietà del medium, voglio dire, avete Mark Zuckerberg che possiede Facebook, Instagram e Whatsapp, e con una struttura azionaria che vedrà Mark Zuckerberg XIV ancora in controllo di queste entità. Non sarà cosí per Twitter.
Se si impegna per aprire l’algoritmo, questo è segno di sicurezza. Ci parli di qualche altro cambiamento che ha proposto. Il pulsante di modifica arriverà sicuramente se la spunterà.
Francamente, una priorità assoluta sarebbe quella di eliminare lo spam, i bot truffa, gli eserciti di bot che sono su Twitter. Credo che questi rendano il prodotto molto peggiore. Se avessi un Dogecoin per ogni cripto scam che vedo, avrei cento miliardi di Dogecoin.
Riguardo al pulsante di modifica, come supera il problema seguente. Qualcuno twitta “Elon spacca”, ed è ritwittato da 2 milioni di persone, e dopo lo modificano in “Elon fa schifo”. A quel punto, chi ha fatto tutti quei retweet si trova in imbarazzo. Come si fa ad evitare tali cambiamenti di significato?
Credo che avresti la possibilità di modificare solo per un breve periodo di tempo. E probabilmente la cosa da fare a seguito della modifica sarebbe quella di azzerare tutti i ret- weet e i preferiti.
Okay.
Sono aperto ad altre idee, però.
Penso che per molte persone sia un enigma il modo in cui ha innovato differenti tipi d’industria. Ogni imprenditore vede una possibilità nel futuro e agisce per far in mo- do che si realizzi. Lei vede una possibilità scientifica basata su una profonda conoscenza della fisica. Vede una possibilità tecnologica e poi, solitamente, la combina con una economica di quanto possa costare. C’è un sistema in cui immagina di poter fare quella cosa in maniera conveniente?
Penso che sia un aspetto della condizione in cui ero (da adolescente con la sindrome di Asperger NdR). Ero ossessionato dalla verità. È stato il motivo per cui ho studiato fisica, perché tenta di capire la verità dell’universo. E poi computer science e la teoria dell’informazione anche per capire la logica. C’è un dibattito per cui si dice che la teoria dell’informazione operi a un livello più fondamentale della fisica. La fisica e l’informazione sono molto interessanti per me.
Quando dice “verità”, parla della verità dell’universo, che guida l’universo. È una curiosità profonda su cosa sia l’universo, perché siamo qui.
Penso sia molto importante. In verità, quando ero un adolescente, ero piuttosto depresso riguardo al significato della vita. Tentavo di capirlo leggendo testi religiosi e di filosofia. Mi sono imbattuto nei filosofi tedeschi - che non è il massimo se sei un adolescente. Poi mi sono ritrovato a leggere Guida galattica per gli autostoppisti, che è in realtà un libro sulla filosofia, solo travestito da piccolo libro umoristico. Adams (Douglas Adams, il protagonista, ndr) fa notare che in realtà è la domanda a essere più difficile della risposta. Ciò genera una specie di battuta sul fatto che la risposta è 42. Quel numero salta fuori spesso. E 420 (numero simbolico a cui Musk ha fatto riferimento in più occasioni, ndr) è solo dieci volte più significativo di 42.
È cosí che vede il significato delle cose dunque, una ricerca delle domande?
Sì. Ho una proposta di visione del mondo o di una filosofia motivante. Si tratta di capire quali domande porre sull’universo, e concordare che se espandiamo la portata e la scala della coscienza, biologica e digitale, saremo più capaci di porre queste domande, di inquadrarle e capire perché siamo qui, che diavolo sta succedendo. Questa è la mia filosofia guida, è quella di espandere la portata e la scala della coscienza, in modo da poter comprendere meglio la natura dell’universo.
Una delle cose che mi ha toccato di più la settimana scorsa è stato vederla con suo figlio, X. Come vede il suo futuro? Non intendo personalmente, ma del mondo in cui crescerà. In quale futuro pensa diventerà grande?
Un futuro molto digitale, un mondo diverso rispetto a quello in cui io sono cresciuto, questo è sicuro. Penso che vogliamo ovviamente fare del nostro meglio affinché il futuro sia buono per i figli di tutti e che il futuro sia qualcosa a cui si possa guardare con entusiasmo e non di cui sentirsi tristi. Chiunque vorrebbe alzarsi la mattina ed essere elettrizzato per il futuro, e dovremmo lottare per le cose che ci rendono elettrizzati. Il futuro non può essere una cosa avvilente dopo l’altra, risolvere un problema triste dopo l’altro. Devono esserci delle cose che ti eccitano e per cui si vuol vivere. Queste cose sono molto importanti e dovremmo averne di più.
È ancora tutto da giocare. Il futuro può essere orribile. Ci sono ancora degli scenari in cui lo è, ma lei vede un percorso verso un futuro esaltante, sia sulla Terra che su Marte, e nelle nostre teste, attraverso l’intelligenza artificiale e cosí via. Nel profondo del suo cuore, crede davvero di stare contribuendo a un futuro entusiasmante per X e per gli altri?
Sto facendo del mio meglio per ottenerlo. Amo l’umanità e penso che dovremmo combattere affinché questa abbia un buon futuro. Dovremmo essere ottimisti per il futuro e lottare perché questo futuro roseo si realizzi. (Traduzione di Pierangelo Milano)