«Parisi? Non si fa il centrodestra con una Confindustria di serie B». Il senatore Altero Matteoli, in trent'anni di carriera politica, ha visto sorgere e tramontare molti "nuovi leader" e l'esperienza gli suggerisce cauta perplessità su Stefano Parisi, incaricato da Silvio Berlusconi di riorganizzare Forza Italia e un nuovo progetto per il centrodestra.Poca fiducia nell'uomo o nel progetto?Nulla contro di lui come persona. Molte perplessità, invece, su ciò che dice: sostiene di non essere di Forza Italia e lo abbiamo accettato, condividiamo anche la linea no al referendum costituzionale. Ma la teoria secondo la quale Renzi non dovrebbe lasciare nel caso in cui perdesse è una contraddizione in termini. Soprattutto stando all'opposizione.Poche idee e ben confuse?Manca una comprensione politica delle dinamiche. Parisi ha sostenuto che in 4 mesi si può cambiare la Costituzione, segno che non conosce bene il Parlamento. Ha ripetuto anche che la destra e la sinistra sono concetti superati: politicamente si può anche pensarla in questo modo, ma bisogna essere consapevoli che i valori sono rimasti, come anche i meccanismi che guidano le scelte e gli orientamenti.Insomma non piace l'idea del neofita della politica?Non mi piace l'idea di un papa straniero, soprattutto se sembra che voglia mettere in piedi una Confindustria di serie B. Le porte sono aperte ad ogni contributo al nostro dibattito interno, ma sarei cauto su tutto il resto. Senza contare che, per amor di puntiglio, è vero che Parisi a Milano ha fatto una bella campagna elettorale, ma è vero anche che ha perso.Eppure, a guardare bene, anche un certo Silvio Berlusconi è entrato da neofita in politica...Nella storia del Dopoguerra, tutti i leader della nostra Repubblica sono stati politici di carriera. L'unico a fare eccezione è stato Silvio Berlusconi, ma lui è uno che ha fatto l'imprenditore e ha fondato Milano2, è entrato nel mercato televisivo e ha creato Mediaset, si è candidato in politica e in tre mesi è diventato premier. Mi perdoni, ma non mi sembra che questa sia la biografia di Parisi, ma se lui vuol provarci si accomodi.A proposito di Silvio Berlusconi, potrebbe essere il padre nobile di questo progetto-Parisi?L'ho sentito l'ultima volta per gli auguri di Ferragosto e se qualcuno pensa che Berlusconi possa diventare un padre nobile non lo conosce. Berlusconi è o non è. Non ha il carattere di un Ratzinger che abdica e la sua leadership rimane indiscussa, anche se è fuori dal Parlamento.A contendere a Parisi il titolo di astro nascente del centro-destra c'è anche Matteo Salvini...Uno che parla troppo e che deve ancora smussare alcuni angoli "folkloristici" del suo modo di fare. Nonostante questo, però, è chiaro che il centro-destra va ricostruito anche con la Lega Nord e con Fratelli d'Italia.Ma esistono le basi ber farlo?Le basi vanno trovate, ma bisogna essere tutti convinti che il centro-destra vince, la destra no. Lo dico da uomo che viene da quella storia: in Italia non si governa con gli estremismi. Sull'estremo si possono prendere anche molti voti, ma non si vince mai. Bossi questo lo sapeva bene: urlava "Roma ladrona" ma poi in Parlamento votava ciò che serviva al Paese.Lei è da sempre uomo di partito. Che cosa manca a questa Forza Italia?In questi anni, Forza Italia non ha coltivato il blocco sociale e culturale che la ha fatta vincere. La diaspora di molti ex-colleghi e l'allontanamento dai problemi reali dell'Italia hanno fatto il resto. Oggi si parla di centro-destra solo per discutere di Parisi-sì, Parisi-no, mentre siamo assenti su tutti i grandi temi del nostro tempo: lavoro che non c'è, pensioni da fame, imprese che falliscono e allarme sicurezza.Lei immagina una Forza Italia di lotta e opposizione. Nessun punto di contatto con il governo Renzi?Con il Governo si può dialogare su Amatrice e su come affrontare un'emergenza, ma non su altro. Renzi è un abile comunicatore e impasta menzogne su una crescita che non c'è, noi non vogliamo essere complici del suo fallimento e abbiamo l'obbligo di denunciarlo.Se Renzi cadesse sul referendum di ottobre, il centro-destra rischierebbe però di arrivare senza un leader?La politica è una scienza liquida e la prima regola è che non esistono vuoti, ma gli spazi vengono sempre occupati. Nessuno abbia da preoccuparsi: se Renzi cade ci organizzeremo, come fa ogni partito. Sceglieremo al nostro interno un leader, oppure ricorreremo a queste primarie che ogni tanto tornano di moda.Non le ho ancora sentito nominare la società civile, un altro concetto che oggi piace molto...Io difendo la categoria dei politici e diffido della società civile che arriva dal nulla. Per questo sono scettico su Stefano Parisi: Forza Italia ha in sè esponenti capaci di rilanciare il partito, senza bisogno di andare a pescare fuori persone che si autoassegnano l'imprimatur di primo della classe.