I dati sul contagio in Lombardia sono disarmanti e il bergamasco Maurizio Martina, deputato ed ex segretario Pd e già ministro per le Politiche Agricole nei governi Renzi e Gentiloni, si dice d’accordo “con tutte le decisioni basate su evidenze medico- scientifiche”.

Onorevole Martina, l’ordinanza sul coprifuoco lombardo è stata firmata. Basterà a piegare la curva?

Mi auguro che serva. Sono ben consapevole che in alcune aree, in particolare nell’area metropolitana di Milano, c’è una situazione molto delicata e penso che sia giusto agire e mettere in campo ulteriori misure come quella di ieri. Per l’esperienza fatta negli ultimi mesi credo che non dobbiamo sottovalutare gli effetti delle tendenze che stiamo vivendo in questi giorni. Sono favorevole a tutte le misure prese che siano basate sulla scienza.

Come vive queste ore da cittadino lombardo?

La mia terra è stata colpita ampiamente nei mesi della prima ondata e ora tengo contatti ogni giorno con l’area milanese e lombarda. La preoccupazione c’è ed è inutile negarlo. Bisogna cercare di invertire le tendenze e quindi bisogna agire. Capisco che tra gli interventi necessari possa esserci anche una stretta nella circolazione delle persone e di quelle più a rischio. É del tutto evidente che bisogna fare scelte anche di questo tipo.

Il Quirinale ha richiamato alla collaborazione tra le istituzioni, ma le parole di Salvini contro la decisione del suo stesso presidente Fontana non vanno in quella direzione…

In questo momento serve la massima collaborazione di tutti i livelli istituzionali. Io personalmente non rinuncio alla critica nei confronti di regione Lombardia per come si è mossa in questi mesi ma questo non vuol dire non essere d’accordo con scelte che vanno incontro alle richieste che arrivano da sindaci di qualsiasi colore. Le polemiche pretestuose di Salvini stanno a zero e lascerei da parte queste cose per concentrarci tutti su azioni concrete e tenere la curva più bassa possibile.

Crede che a livello nazionale servano provvedimenti più stringenti?

Non vorrei partecipare alla ridda di opinioni semplificate su temi cosi complessi come quelli dell’emergenza sanitaria, ne abbiamo sentite di tutti i colori e credo che anche noi che siamo nel dibattito pubblico dobbiamo trovare il metro di un linguaggio e di un tono per dire le nostra opinioni. Di twitter e dei tuttologi che si ergono a scienziati non ne posso più. Quello che posso dire è che anche a livello nazionale bisogna alzare lo sforzo e non sottovalutare nulla, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione con il massimo della serietà e dell’incisività.

A Milano il sindaco Sala, pur essendo a pochi mesi dalle elezioni, ha detto che lascerà da parte la ricerca del consenso per fare di tutto affinché Milano sia protetta dall’epidemia. É d’accordo?

Conosco molto bello il sindaco Sala e la sua forza nel governare situazioni complesse è un valore. So che farà tutto quello che è nelle sue possibilità per affrontare questo momento molto duro e anche grazie a lui ne usciremo. Poi per i temi più squisitamente politici ed elettorali vedremo. Chi specula su questi momenti non va da nessuna parte.

Come ha vissuto i mesi dell’emergenza nella sua Bergamo?

Quello che si è vissuto nei mesi scorsi è stato sconvolgente e non lo auguro a nessuno. Ora siamo in un’altra situazione in cui scienziati ed esperti medico sanitari ci dicono che c’è un’evoluzione dell’epidemia che ha delle caratteristiche diverse. Dobbiamo far di tutto perché non tornino i picchi di marzo e aprile e dunque essere pronti a intervenire, anche dovesse costare sacrificio. La questione sanitaria deve essere ancora la prima e indiscutibile priorità per le istituzioni nella difesa di tutti i cittadini.

Anche prima dei temi economici?

Non sottovaluto il tema economico e sociale ma dico che non si risolverà finché non si risolve l’emergenza sanitaria. So bene che ci sono settori, in particolare il terziario, colpiti drammaticamente da questa situazione. Parlo tutti i giorni con commercianti e lavoratori dei trasporti che stanno vivendo un dramma nel dramma, ma per salvare questi posti dobbiamo prima superare l’epidemia.