Se fosse un personaggio della Marvel sarebbe un Lex Luthor o un doctor Octopus, qualcuno, cioè che madre natura ha benedetto con il dono del talento ma che è divorato da un’ambizione talmente folle da fargli smarrire il senso della misura. E della morale. Il sospetto che Elon Musk appartenesse a questa categoria, disponendo di un potere che nessuna psiche umana può gestire con equilibrio, era in piedi da tempo. Con l’acquisizione di Twitter è il sospetto è diventato a una certezza. I media, che da anni si prodigano in esercizi di piaggeria, lo chiamano “genio”, “visionario”, citando le sue intuizioni imprenditoriali, il suo credo libertariano, le battaglie contro la censura, le convinzioni ambientaliste, la sua ossessione per il futuro dell’umanità, che vorrebbe plasmare a sua immagine e somiglianza, magari riuscendo a piantare la prima bandierina umana su Marte. Dicono che sia un “capitalista alieno” un situazionista del mercato, capace di spingere il sistema economico fino alle più estreme conseguenze e di spiazzare tutti i concorrenti. Lui si definisce «utopista anarchico», ma l’uomo più ricco del pianeta ci ha abituati da tempo a supercazzole e vanterie di ogni tipo. Con la conquista di Twitter, pagata oltre 44 miliardi di dollari, il creatore di SpaceX e Tesla Musk varca senza dubbio una nuova frontiera, collocandosi nel cuore della democrazia digitale. Lui promette che il nuovo Twitter non avrà forme di censura. Ma i metodi con cui intende governare la celebre piattaforma di microblogging hanno ben poco di avveniristico e immaginifico. Ricordano piuttosto gli antichi padroni del vapore. A cominciare dalla squallida entrata nella sede centrale dell’azienda con tanto di tazza del water, una pagliacciata degna di un yuppie cocainomane dei primi anni 80, con quell’anticonformismo di paccottiglia raccontato mirabilmente da registi come Oliver Stone e Martin Scorzese. Ma al di là del narcisismo, della teatralità e del cattivo gusto, a inquietare sono le prime mosse annunciate nei confronti dei suoi dipendenti. Come riporta l’agenzia Bloomberg, oggi stesso Musk, che ha sciolto il consiglio di amministrazione diventando Ceo unico, licenzierà oltre la metà dei dipendenti, 3700 su 7500, una autentica mannaia sulla forza lavoro per un’azienda che di certo non ha problemi finanziari. Peraltro sembra che si tratti di un compromesso e che inizialmente voleva ridurre la forza lavoro del 75%. Un altro provvedimento annunciato da Musk è la fine dello smart working, che dopo la pandemia di covid ha permesso a milioni di persone di continuare a lavorare nonostante confinamenti e lockdown. Infine gli account premium, quelli con la spunta blu, saranno a pagamento per incrementare i profitti: otto dollari al mese già a partire da lunedì prossimo. Insomma, il futuro di Elon Musk, assomiglia tremendamente al passato.